Iniziative per assicurare una maggiore efficienza dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità
Illustrazione
Risposta del Viceministro
Replica dell’On. Farina Coscioni
Testo dell’interpellanza urgente
llustarazione
Signor Presidente, saluto il neo Viceministro. La discussione di questa interpellanza urgente di cui sono prima firmataria è legata ad una questione a cui tengo particolarmente. È davvero importante l’oggetto di questo atto, sottoscritto da più di 40 colleghi, dai colleghi deputati radicali, dai colleghi del Partito Democratico, del Popolo della Libertà, dell’Unione di Centro per il Terzo Polo, dell’Italia dei Valori, di Futuro e Libertà per il Terzo Polo ed altri.
Riguarda una questione sollevata nei mesi scorsi e durante tutti gli anni di questa legislatura dal copresidente dell’associazione «Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica», Gustavo Fraticelli, sul non corretto funzionamento dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità e la mancata istituzione di un organismo indipendente per la tutela dei malati e dei disabili, in clamorosa violazione di quanto previsto dall’articolo 33 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.
In realtà, il testo dell’interpellanza urgente si motiva da solo, però vorrei ricordare come la legge di ratifica del 2009, n. 18 (Ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, con Protocollo opzionale, fatta a New York il 13 dicembre 2006), all’articolo 3 prevede l’istituzione dell’Osservatorio nazionale come struttura Pag. 67di coordinamento e che gli Stati parte hanno l’obbligo di designare, ai sensi del paragrafo 1 dell’articolo 3 della Convenzione stessa.
Sempre ai sensi dell’articolo 3 il Ministro del lavoro e delle politiche sociali avrebbe dovuto adottare, entro tre mesi dalla entrata in vigore della legge, un regolamento emanato ai sensi dell’articolo 17 della legge n. 400 del 1988, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, che avrebbe dovuto prevedere la disciplina, la composizione, l’organizzazione e il funzionamento dell’Osservatorio.
Tale regolamento è stato adottato, però, quasi con un anno e mezzo di ritardo con un decreto ministeriale del 6 luglio 2010, n. 167. L’Osservatorio, quindi, si è potuto insediare solo alla fine del 2010 dopo l’emanazione, il 30 novembre 2010, dell’ulteriore decreto ministeriale di nomina dei suoi – consentitemi – pletorici componenti che, in aperto contrasto con lo specifico obbligo a carico dello Stato, sancito dal paragrafo 3, dell’articolo 4 della Convenzione, sono solo molto marginalmente persone con disabilità.
Ricordo al neo Viceministro che di questo ritardo abbiamo reso conto in un’altra interrogazione che abbiamo discusso nella XII Commissione (Affari sociali) per chiedere di questo ritardo e di questo inadempimento del termine previsto dalla legge. Il Ministro del vecchio Governo è venuto in Commissione a rispondere alla mia interrogazione, dicendo che, per quanto riguarda le questioni sollevate su tale ritardo, il termine previsto dalla legge rivestiva carattere meramente ordinatorio.
Quindi, abbiamo continuato a sollecitare il funzionamento e la riunione di questo Osservatorio nazionale delle persone con disabilità e la prima seduta utile si è avuta il 6 luglio del 2011. Presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali si è svolta la prima riunione plenaria di questo Osservatorio.
Nel corso di questa riunione si sono delineate le linee e i lavori con l’approvazione delle note metodologiche dell’organizzazione del lavoro delle commissioni di questo Osservatorio, con l’insediamento di sei gruppi di lavoro che hanno iniziato la pianificazione delle azioni previste per ciascuna di queste sei aree tematiche.
La prima area tematica è il diritto alla vita e alla salute. La seconda riguarda il sistema di riconoscimento della condizione di disabilità, la valutazione, la progettazione, la personalizzazione e la presa in carico delle persone con disabilità, autonomia, vita indipendente ed empowerment delle persone con disabilità, processi formativi ed inclusione scolastica, inclusione lavorativa e la protezione sociale, l’accessibilità tra cui l’informazione e la mobilità ai servizi nella prospettiva dell’universal design.
Quindi, questo documento costituito da questi sei punti indica il ciclo di lavoro e l’assetto operativo complessivo dell’osservatorio a regime intendendo come orizzonte temporale per il definitivo monitoraggio il biennio 2011-2012. Questo è quanto è stato deciso il 6 luglio 2011, ma – mi scusi signor neo Viceministro – uno dei compiti qualificanti dell’osservatorio è quello di elaborare un rapporto dettagliato sulle misure adottate per adempiere agli obblighi assunti dall’Italia con l’adesione alla Convenzione, anche in termini di obbligo di rivisitare la propria legislazione pregressa in termini di disabilità per adeguarla ai principi della Convenzione medesima.
Tale rapporto, che, lo ripeto, è oggetto di un preciso obbligo dello Stato italiano di presentazione al «Comitato dell’ONU sui diritti delle persone con disabilità», si sarebbe dovuto produrre entro il 14 marzo 2011, vale a dire dopo due anni dall’entrata in vigore della legge. Quindi, non si ritiene che questo grave ritardo possa essere, in qualche misura, giustificato in sede internazionale, sulla scorta delle affermazioni che il vecchio Governo aveva fornito riguardo al termine che riveste carattere meramente ordinatorio? Questo è un punto che vorrei che dalla sua risposta fosse in qualche modo motivato e/o scongiurato. Pag. 68
Inoltre, sempre allo stato in cui ci troviamo e nelle condizioni in cui operiamo, non è ancora attuata quella parte del paragrafo 2 dell’articolo 33 della Convenzione, laddove si prevede anche la creazione di «meccanismi indipendenti» con il compito di controllare l’attuazione delle disposizioni della Convenzione che operino negli ordinamenti interni a tutela dei diritti dei disabili. Tale struttura, quindi, andrebbe a colmare una lacuna di ordine generale nel nostro ordinamento, come la mancanza di un’autorità indipendente per la tutela delle persone con disabilità.
Dunque, i punti cari ai firmatari di questa interpellanza sono i seguenti. Quali iniziative i ministri interpellati intendano intraprendere per migliorare l’efficienza dell’operato dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, in ordine alla celere elaborazione di un piano sullo stato dei programmi di recepimento nel nostro ordinamento dei contenuti della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, anche ai fini di sanare l’attuale stato di grave ritardo nell’adempimento dell’obbligo di presentazione di tale rapporto all’ONU, nonché alla raccolta di dati statistici che illustrino la condizione delle persone con disabilità, che andrebbe, dunque, a colmare l’attuale carenza e contraddittorietà dei dati statistici in tale settore, che, come sappiamo, sono basilari per la scelta delle misure più appropriate ed eque che si stanno per adottare anche nel campo della disabilità.
E dunque – e concludo – quali iniziative si intendano adottare per l’istituzione di un organismo indipendente, in adempimento di quanto previsto dal paragrafo 2, dell’articolo 33 della Convenzione, con il compito – ripeto – di promuovere, proteggere e monitorare l’attuazione della stessa nell’ordinamento interno, formulare raccomandazioni alle autorità competenti, nonché proposte di legge in materia di disabilità, svolgere inchieste e, infine, esaminare eventuali ricorsi da parte dei disabili; oltretutto l’organismo indipendente andrebbe anche a sanare una carenza di portata sistemica avvertita già da tempo in tema di disabilità.
Risposta del Viceministro:
Viceministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, onorevole interpellante, in relazione all’atto di sindacato ispettivo in oggetto, concernente l’operatività dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, vorrei, innanzitutto, sottolineare la particolare attenzione dedicata dal Ministero che rappresento all’individuazione di criteri che potessero utilmente rappresentare nel modo più ampio possibile, in seno all’Osservatorio, le diverse realtà del mondo associativo della disabilità. A tale proposito, rammento che 14 dei 40 componenti dell’Osservatorio rappresentano le federazioni ed associazioni delle persone con disabilità, numero ben superiore a quello previsto nell’ordine del giorno n. 9/2121/2, accolto nella seduta della Camera dei deputati del 24 febbraio 2009, che impegnava il Governo a far sì che i rappresentanti delle associazioni delle persone disabili e delle organizzazioni rappresentative del terzo settore siano in numero comunque non inferiore al 20 per cento del totale dei componenti dell’Osservatorio. Inoltre, il Ministero che rappresento ha preventivamente ritenuto indispensabile avviare un processo di consultazione con le federazioni nazionali delle associazioni rappresentative delle persone con disabilità con le quali è stato condiviso, sia pure nelle linee fondamentali, il testo del regolamento di cui all’articolo 3, comma 2, della legge 3 marzo 2009, n. 18.
Con riferimento, poi, a quanto richiamato dall’onorevole interpellante in merito alla celere elaborazione di un piano sullo stato e dei programmi di recepimento nell’ordinamento italiano dei contenuti della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, rammento che l’articolo 33, paragrafo 2, della citata Convenzione Pag. 69 fa riferimento al meccanismo di monitoraggio della Convenzione a livello nazionale: gli Stati parti hanno l’obbligo di istituire un organismo con il compito di promuovere, proteggere e monitorare l’applicazione della Convenzione e nel quale sia garantita la partecipazione delle persone con disabilità e delle organizzazioni rappresentative delle stesse.
Proprio per dare esecuzione a questa previsione, la legge n. 18 del 3 marzo 2009 ha istituito l’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, al quale, nel più ampio quadro di attuazione della Convenzione, sono stati affidati compiti di promozione e monitoraggio della Convenzione ONU. In questa prospettiva, l’Osservatorio elabora il rapporto dettagliato sulle misure prese per adempiere agli obblighi previsti dalla Convenzione e cura la predisposizione di un programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, in attuazione della legislazione nazionale e internazionale, nonché la predisposizione della relazione sullo stato di attuazione delle politiche sulla disabilità, di cui all’articolo 41, comma 8, della legge 5 febbraio 1992, n. 104.
È stato, inoltre, istituito, all’interno dell’Osservatorio, un comitato tecnico-scientifico, con finalità di analisi ed indirizzo scientifico in relazione alle attività e ai compiti dell’Osservatorio stesso. Il comitato è stato fra l’altro impegnato, a seguito della riunione di insediamento dell’Osservatorio del 16 dicembre 2010, in diverse riunioni durante le quali si è lavorato alla predisposizione e condivisione di un documento metodologico che dettasse le linee generali concernenti lo svolgimento dei lavori dell’Osservatorio, che è stato discusso ed approvato in sessione plenaria il 6 luglio 2011. In tale occasione, inoltre, sono stati individuati e si sono insediati sei gruppi di lavoro, la cui composizione vede una rilevante presenza di rappresentanti delle associazioni delle persone con disabilità. Grazie al loro operato verranno coperti, per aree tematiche, tutti i principali ambiti di riferimento indicati dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. L’attività di ricerca ed analisi dei gruppi di lavoro dovrà, inoltre, contribuire all’elaborazione del rapporto di cui all’articolo 35 della Convenzione ONU, al fine di dare la massima rilevanza alla disposizione convenzionale relativa alla piena partecipazione della società civile e delle organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità all’intero processo di monitoraggio della medesima Convenzione. La finalizzazione del rapporto, così come stabilito in seno al comitato tecnico-scientifico, è al momento prevista per il mese di aprile del 2012.
Relativamente alla richiesta di dati statistici, faccio presente che la competente Direzione generale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in accordo con le indicazioni emerse in seno al comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio, ha recentemente stipulato un accordo con l’Istituto nazionale di statistica al fine di adempiere pienamente alle disposizioni convenzionali in materia di dati statistici.
Questo accordo mira ad effettuare una serie di rilevanti attività quali, ad esempio, una analisi delle condizioni di vita delle persone con disabilità attraverso un set di quesiti aggiuntivi da inserire nella rilevazione ISTAT sulle «Condizioni di salute e il ricorso ai servizi sanitari» per gli anni 2012-2013, prevista dal piano sanitario nazionale, ed una analisi sperimentale della condizione di disabilità dei minori attraverso l’inserimento di altri quesiti specifici; l’effettuazione di uno studio di fattibilità per la predisposizione di una lista anagrafica nazionale delle persone con disabilità, distinte per genere, età, residenza, tipologia e gravità della disabilità, da utilizzare a fini statistici per la predisposizione di una indagine specifica sulle persone con disabilità; la progettazione di un sistema di indicatori per il monitoraggio del livello di inclusione sociale delle persone con disabilità, in accordo con quanto previsto dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità ed, infine, la progettazione di nuovi strumenti statistici per la stima della disabilità mentale e intellettiva.
L’onorevole Farina Coscioni ha facoltà di replicare.
Signor Presidente, rispetto alla prima seduta plenaria del 6 luglio 2011, già richiamata nella illustrazione dell’interpellanza, la risposta riguardo al piano sullo stato dei programmi di recepimento nel nostro ordinamento ha individuato nell’aprile del 2012 la prima elaborazione di questo lavoro, legato ai sei gruppi di lavoro che si sono insediati all’interno dell’Osservatorio. Attendiamo, quindi, qualche mese per comprendere il contenuto di questo lavoro.
C’è anche una risposta riguardo alla raccolta di dati statistici che illustrino le condizioni delle persone con disabilità. Avrei voluto, sicuramente, un qualche accenno riguardo l’eliminazione dell’attuale dualità fra lavoratori stabili e precari nel mercato del lavoro sull’occupazione delle persone con disabilità. Sappiamo bene come la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità accolga al suo interno, in qualche modo, un adeguamento della legislazione del nostro Paese rispetto al quadro del diritto al collocamento obbligatorio al lavoro. Avrei voluto ascoltare qualche nota su questo sistema del collocamento obbligatorio al lavoro; un sistema, infatti, basato su delle quote percentuali di riserva per i disabili che attualmente sono parametrati al numero dei lavoratori occupati in ciascun ambito lavorativo con contratto a tempo indeterminato, ovvero a tempo determinato di durata superiore ai nove mesi che conosciamo come articolo 4 della legge n. 68 del 1999. Quindi, l’attuale tendenza, volta ad individuare come forma prevalente nei rapporti di lavoro subordinato il contratto a tempo indeterminato, limitando altre forme contrattuali a tempo determinato a fattispecie del tutto residuali, aumenterebbe sicuramente il montante sul quale viene calcolata la quota di riserva per le persone con disabilità da avviare al lavoro, fino ad aumentarne cospicuamente il dato numerico.
Sicuramente importante è il dato che potrà fornirci il rapporto ISTAT; ricordo che quello che ho appena detto è tanto auspicabile considerato nel rapporto ISTAT che riguarda la disabilità in Italia, il periodo di riferimento era quello legato al 2004 e al 2005, con un tasso di occupazione dei disabili che ammonta al 18 per cento contro il 54 per cento di quello degli abili.
Dalle linee guida definite dalla Commissione europea nella «Strategia europea sulla disabilità 2010-2020» risulta, inoltre, un tasso di occupazione delle persone disabili, nell’ambito dell’Unione europea, pari al 50 per cento.
Tutti questi dettagli e precisazioni non sono certamente contenuti nella risposta a questa interpellanza urgente. Quindi, lasciamo che l’osservatorio possa continuare ad elaborare e, soprattutto, a lavorare. Auspico, però, da parte di questo Ministero, un’attenzione particolare ai contenuti del lavoro e dei criteri con i quali sono stati impostati i gruppi di lavoro all’interno dell’osservatorio nazionale. Sappiamo bene che il comitato tecnico scientifico – lei ha fatto riferimento all’articolo 3 del provvedimento – è composto da membri del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dal Ministero della salute, dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome, tra gli altri.
Pertanto, auspico che, in ordine al lavoro che verrà fatto – perché, fino ad ora, non è stato fatto, se non indicando solo delle linee programmatiche -, possa il Ministero incidere notevolmente e far sì che questa parte che può riguardare l’eliminazione, appunto, dell’attuale dualità tra lavoratori stabili e precari nel mercato del lavoro sull’occupazione delle persone con disabilità possa essere un punto fondamentale preso in considerazione da parte del Ministero stesso. Quindi, per questo aspetto non trattato e non accennato, mi dichiaro parzialmente soddisfatta.
Testo della interpellanza Urgente
Atto Camera
Interpellanza urgente 2-01303
presentata da
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI
mercoledì 21 dicembre 2011, seduta n.564
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro degli affari esteri, per sapere – premesso che:
la legge 3 marzo 2009, n. 18, recante «Ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, con Protocollo opzionale», fatta a New York il 13 dicembre 2006 prevede, all’articolo 3 l’istituzione dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, quale «struttura di coordinamento» che gli Stati parte hanno l’obbligo di designare ai sensi del paragrafo 1 dell’articolo 33 della Convenzione;
il richiamato osservatorio nazionale, secondo la legge, ha i seguenti compiti: a) promuovere l’attuazione della convenzione ed elaborare il rapporto dettagliato sulle misure adottate di cui all’articolo 35 della stessa convenzione, in raccordo con il Comitato interministeriale dei diritti umani; b) predisporre un programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, in attuazione della legislazione nazionale e internazionale; c) promuovere la raccolta di dati statistici che illustrino la condizione delle persone con disabilità, anche con riferimento alle diverse situazioni territoriali; d) predisporre la relazione sullo stato di attuazione delle politiche sulla disabilità, di cui all’articolo 41, comma 8, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, come modificato dal comma 8 dell’articolo 3; e) promuovere la realizzazione di studi e ricerche che possano contribuire ad individuare aree prioritarie verso cui indirizzare azioni e interventi per la promozione dei diritti delle persone con disabilità;
sempre ai sensi dell’articolo 3 della legge 3 marzo 2009 n. 18, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, avrebbe dovuto adottare, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge, un regolamento emanato ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, che avrebbe dovuto prevedere la disciplina, la composizione, l’organizzazione e il funzionamento dell’osservatorio;
tale regolamento è stato adottato con ben quasi un anno e mezzo di ritardo, con il decreto ministeriale 6 luglio 2010 n. 167, l’osservatorio si è tutta via potuto insediare solo alla fine del 2010, dopo l’emanazione, il 30 novembre 2010 dell’ulteriore decreto ministeriale di nomina del suoi pletorici componenti, che, in aperto contrasto con lo specifico obbligo a carico dello Stato parte sancito dal paragrafo 3 dell’articolo 4 della Convenzione, sono solo molto marginalmente persone con disabilità;
in data 6 ottobre 2010, in risposta all’interrogazione n.5-02974 del giugno 2010 presentata in Commissioni XII per chiedere conto di questo grave inadempimento del termine previsto dell’articolo 3 della legge 2009 n. 18 nel rendere operativo l’osservatorio, il Governo testualmente, tra l’altro, ha affermato: «(…) Per quanto concerne le specifiche questioni portate all’attenzione dagli interroganti, nel rilevare preliminarmente che, il termine di cui all’articolo 3, comma 3, della citata legge riveste carattere meramente ordinatorio, informo che, lo scorso 6 agosto, a seguito del parere favorevole espresso dalla Sezione Consultiva per gli Atti Normativi del Consiglio di Stato (formulato nell’adunanza di sezione del 26 aprile 2010) la Corte dei Conti ha registrato 11 decreto interministeriale recante il Regolamento attuativo delle disposizioni di che trattasi (…)»;
uno dei compiti qualificanti dell’osservatorio è quello di elaborare un rapporto dettagliato sulle misura adottate per adempiere agli obblighi assunti dall’Italia con l’adesione alla Convenzione, anche in termini di obbligo di rivisitare la propria legislazione pregressa in tema di disabilità per adeguarla ai principi della Convenzione medesima. Tale rapporto, oggetto di un preciso obbligo dello Stato italiano di presentazione al «Comitato dell’Onu sui diritti delle persone con disabilità», si sarebbe dovuto produrre entro il 14 marzo 2011, vale a dire dopo due anni dall’entrata in vigore della legge 3 marzo 2009, n. 18, come previsto dall’articolo 35 della Convenzione. Non si ritiene che questo grave ritardo possa essere, in qualche misura, giustificato in sede internazionale sulla, scorta delle affermazioni del Governo di cui al punto precedente;
inoltre, allo stato, è ancora non attuata, quella parte del paragrafo 2 dell’articolo 33 della Convenzione, dove si prevede anche la creazione di «meccanismi indipendenti» con il compito di controllare l’attuazione delle disposizioni convenzionali che operino negli ordinamenti interni a tutela dei diritti dei disabili. Tale struttura inoltre andrebbe a colmare una lacuna di ordine generale nel nostro ordinamento, come la mancanza di un’autorità indipendente per la tutela delle persone con disabilità -:
quali iniziative per la rispettiva competenza intendano tempestivamente intraprendere per efficientare l’operato dell’osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, in ordine a:
a) la celere elaborazione di un piano sullo stato/programmi di recepimento nel nostro ordinamento dei contenuti della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, anche ai fini di sanare l’attuale stato di grave ritardo nell’adempimento dell’obbligo di presentazione dello stesso all’Onu;
b) la raccolta di dati statistici che illustrino la condizione delle persone con disabilità, che andrebbe a colmare l’attuale carenza e contraddittorietà di dati statisti in tale settore, che, viceversa, sono basilari per la scelta delle misure più appropriate ed eque che si stanno per adottare anche nel campo della disabilità;
quali iniziative si intendano adottare per l’istituzione di un organismo indipendente, in adempimento del paragrafo 2 dell’articolo 33 della Convenzione, con il compito di promuovere, proteggere, e monitorare l’attuazione della stessa nell’ordinamento interno, formulare raccomandazioni alle autorità competenti, nonché proposte di legge in materia di disabilità, svolgere inchieste, ed, infine, esaminare eventuali ricorsi da parte dei disabili, organismo indipendente che, oltretutto, andrebbe anche a sanare una carenza di portata sistemica, avvertita già da tempo, in tema di disabilità.
(2-01303)
«Farina Coscioni, Livia Turco, Murer, Sbrollini, Bossa, Misiani, Margiotta, Pisicchio, Rosato, Esposito, Mura, Holzmann, Strizzolo, Lenzi, Concia, Melandri, Rubinato, Maran, Di Giuseppe, Morassut, Castagnetti, Paglia, Mazzarella, Maurizio Turco, Beltrandi, Marrocu, Calvisi, Verini, Miotto, Burtone, Melis, Duilio, Ferrari, Fiano, Bachelet, Agostini, Baretta, Motta, Argentin, Bucchino, Amici, Fontanelli, Lorenzin, Bernardini, Mecacci, Zamparutti».
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