Il ricordo di Stephen Hawking, IlClub e il CoscioniLAB

L’intervento di Maria Antonietta Farina Coscioni al convegno Il tempo, la conoscenza, il male. Ricordo di Stephen Hawking, organizzato dalla rivista IlClub e dall’Istituto Luca Coscioni. Nasce il CoscioniLAB.

Stephen Hawking: una mente tra le più brillanti del nostro tempo, un grande scienziato; ma soprattutto un indomito combattente, che mai si è lasciato abbattere dalla malattia che lo colpisce appena ventenne. Mi piace ricordarlo perché Hawking è stato il primo punto di riferimento di mio marito Luca Coscioni: entrambi malati di SLA, entrambi combattono la battaglia per la libertà di ricerca scientifica. Danno speranza perché sono essi stessi speranza. Quando con Luca e con Marco Pannella anche in Italia gettiamo le basi per questa lotta, rispondono 50 premi Nobel e oltre 500 scienziati e ricercatori di tutto il mondo; tra loro, al nostro fianco, fin che ha potuto, Stephen Hawking. Di questo sostegno, di questa adesione, gli sarò eternamente grata. Per Luca, e per tutti noi è stato motivo di conforto e forza.

Una volta Hawking ha detto: “A volte soffro di solitudine, mi è difficile parlare con le persone che non conosco, e spesso la gente ha paura di parlare con me o non mi lascia il tempo di scrivere una risposta”. Affermazione sintomatica: il problema non è Hawking, i tanti Hawking, ma come noi sappiamo rapportarci con loro: ne abbiamo paura…non lasciamo loro il tempo; non comprendiamo che il loro è un tempo diverso dal nostro; con “leggerezza” Hawking pone il problema di un imperativo che troppo spesso non avvertiamo come categorico: quello di assicurare una adeguata assistenza al nostro prossimo.

Mentre scrivo mi passano davanti agli occhi le immagini struggenti di un grande film “La teoria del tutto”, tratto da un libro altrettanto bello, di Jane Wilde, moglie per 25 anni di Hawking. Un formidabile intreccio di amore, disperazione, speranza. Una mente, un cuore e un corpo, quello di Hawking che ha saputo superare i limiti del suo stesso male.

E penso a Luca

non ha avuto alcun premio od onorificenza. Credo non ci sia neppure una strada o una piazza a suo nome. Per questo, ho voluto dar vita, nel 2014, a un Istituto a lui intitolato, assieme ad amici che credono nei valori e negli obiettivi che erano di Luca. Un progetto (e un luogo) che consenta di approfondire la ricerca, la riflessione, l’impegno culturale, civile e politico incarnati emblematicamente dalla vita di Luca; per allargare le sue visioni e i suoi orizzonti. Ci abbiamo pensato a lungo, e ci siamo detti che sì, la cosa va fatta.

Ci sembra il modo migliore per ricordare quello che ha cercato di fare e fatto

Così nasce anche il CoscioniLAB: un luogo, uno spazio, di ricerca, cultura scientifica, politica, dell’arte e della conoscenza, di coworking. Nasce dall’idea che nel nostro Paese, la libertà di ricerca è ancora ostaggio di proibizioni che impediscono di sviluppare la ricerca in determinati campi della biomedicina e delle applicazioni terapeutiche. Luca, dunque, “vive” in un luogo, in uno spazio rigenerato e condiviso dall’integrazione di competenze professionali diverse, da studiosi, ricercatori, volontari a Roma, in Via Rimini 14, nel quartiere San Giovanni, a due passi dalla “madre di tutte le chiese del mondo”, la cattedrale San Giovanni in Laterano.

Qui si produrrà e ci si formerà della autentica visione politica liberale, riformatrice, radicale. La parola d’ordine è nelle parole che il premio Nobel per la Letteratura José Saramago rivolge a Luca: “La sua arma è la ragione, il suo unico obiettivo la difesa della dignità umana”.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: