Dopo 8 anni di legge 40, proposte per ridurre i danni
Sono certa che molti di voi troveranno argomentazioni che ho già espresso in passato e che conoscono ma si tratta di una premessa quasi obbligata. Prima di trattare della discussione in corso alla Camera dei Deputati in Commissione Affari Sociali sulle proposte di legge presentate in tema di destino degli embrioni crioconservati (Disposizioni per consentire l’impianto degli embrioni abbandonati giacenti presso i centri italiani di procreazione medicalmente assistita (seguito esame C. 2058 Palagiano, C. 4308 Farina Coscioni e C. 4800 Bocciardo – relatore Palagiano), vorrei fare una premessa che ci porta indietro di qualche anno. Esattamente al 13 gennaio di tre anni fa, quando venni invitata dal collega Antonio Palagiano a intervenire a un convegno organizzato dall’Italia dei Valori.Erano già trascorsi più di quattro anni di applicazione della legge 40/2004, un tempo sufficiente per cercare di tracciare un bilancio sugli effetti, sui risultati; e già allora erano pienamente confermate le previsioni di quanti, come noi radicali e dell’Associazione Luca Coscioni, sostenevano che questa legge avrebbe creato una quantità di problemi, senza praticamente risolverne alcuno. In quel convegno l’on. Palagiano presentò e illustrò anche un testo di legge con il quale, tra le altre cose si cercava di offrire una soluzione al problema degli embrioni crioconservati ed “in stato di abbandono”, dell’uso che se ne poteva fare, prima che “morissero”. E’ una questione che anche noi radicali abbiamo sollevato da tempo. Già nella passata legislatura è stata depositata una proposta di legge “in materia di donazione degli embrioni a fini di nascita”. In quel testo di legge si parlava di donazione, e mai di adozione. Nel testo dell’Italia dei Valori, invece il termine utilizzato è “adozione”.Non è un puro virtuosismo lessicale. Le parole sono importanti. Già allora misi in guardia e segnalai la pericolosità di quella apparentemente innocua parola: proporre l’adozione degli embrioni “abbandonati”, significa infatti riconoscere loro una identità e una soggettività sul piano giuridico che non possono avere. L’embrione non è persona. Gli embrioni crioconservati non possono essere equiparati a bambini in stato di abbandono o in attesa di affidamento. In quel convegno posi formalmente la domanda: parlare di adozione vuol dire usare un termine impropriamente; lo si è fatto con cognizione di causa e all’embrione si intende riconoscere quello “status” che non può avere? Osservai che non avevamo bisogno di soluzioni ambigue, che potevano tradursi nell’ennesimo pasticcio.Nessuna risposta. Almeno esplicita, formale. Perché nei fatti la risposta c’è, eccome. Il 3 novembre scorso il relatore Palagiano ha adottato come testo base la prorposta di legge da lui presentata escludendo a priori ogni minimo dibattito e contributo che poi gli esperti in audizione hanno dato. Palagiano, soddisfattissimo, ha spiegato così il senso della sua iniziativa: “Ho proposto, come testo base, quello presentato a mia prima firma nel gennaio 2009, puntando, così a risolvere concretamente, uno degli aspetti rimasti irrisolti dopo la storica sentenza dell’aprile 2009 della Consulta, che ha scardinato, di fatto, l’impianto della Legge 40”.
L’obiettivo dichiarato di Palagiano è “fornire indicazioni ai centri di procreazione assistita su cosa fare degli embrioni soprannumerari, quotidianamente prodotti in Italia” che poi aggiunge “non consentirò a nessuno di trasformare anche tale questione in una battaglia ideologica, che approderebbe in un inutile scontro muro contro muro, così come avvenuto per il testamento biologico”. Per non creare una situazione di “muro contro muro”, Palagiano e l’Italia dei Valori si rendono complici e responsabili di una vera e propria gaglioffata. Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute il numero degli embrioni crioconservati sarebbero destinati ad aumentare.
Il fatto grave è che Palagiano non ha accettato un confronto, un testo condiviso, frutto dell’abbinamento con quello proposto da me che affronta il problema degli embrioni in un contesto più ampio e di revisione della legge 40, e questo – richiamo la vostra attenzione per l’artificiosità e la speciosità dell’argomentazione, perché “avrebbe inevitabilmente comportato un nulla di fatto, creando tensioni, fazioni e criticità, che non avrebbero portato ad alcun risultato concreto. L’obiettivo della mia proposta di legge è invece quello di risolvere concretamente un problema al di là delle ideologie, della concezione della vita e delle credenze religiose”. A suo tempo ho chiesto ufficialmente a Palagiano se lui e il suo partito avessero cambiato opinione circa la legge 40 che hanno sempre detto di valutare negativamente. Nessun mutamento di opinione, e però qualcosa vorrà ben dire che Domenico Di Virgilio, a nome del PdL ha subito annunciato di riconoscersi e di appoggiare il progetto di legge Palagiano come testo base per il prosieguo dell’esame.
Palagiano e chi la pensa come lui se ne devono però fare una ragione: i radicali non sono disposti ad accettare supinamente questo allineamento alle posizioni più retrive e antiscientifiche, a questo farsi alfiere di una “concordia” che è solo e semplicemente un accordo da ladri di Pisa: di chi, cioè di giorno finge di combattere un regime per poi meglio accordarsi la notte. Qui, ora dico che il relatore Palagiano dovrebbe avere almeno il coraggio, senza celarsi dietro fumosi appelli e ragionamenti, di ammettere che la mia proposta di poter ascoltare scienziati ed esperti del diritto ha dato i frutti sperati:
l’adozione è di fatto impraticabile anche solo considerando il numero di embrioni (ricordo un articolo di Carlo Flamigni sul Corriere della Sera del 15 gennaio 2006: l’impossibile adozione degli embrioni). E pensare che contava il relatore sulla clandestinità in cui il dibattito si era fino ad allora sviluppato, perché alcune manovre truffaldine possono realizzarsi solo grazie alla non conoscenza dell’opinione pubblica.Sappia che continueremo a fare di tutto per contrastare questo ennesimo disegno oscurantista, nelle sedi politiche, giuridiche e nel paese.Ho parlato molto del relatore Palagiano, dell’IdV, poco o nulla del Partito Democratico. Una ragione c’è. Il fatto è che il PD finora non ha trovato nulla di che ridire, obiettare votando a favore dell’adozione del testo base del collega dell’Idv.
Chi invece non ha taciuto è il Vaticano. Dopo il papa “teologo”, ora abbiamo anche il “papa scienziato”, naturalmente alfiere e portavoce di posizioni retrive e oscurantiste respinte da pressoché tutta la comunità scientifica internazionale. Papa Benedetto XVI il 12 novembre scorso si è prodotto anche lui nell’operazione che vuole l’embrione alla vita umana. Grazie a questa linea di pensiero, non è possibile utilizzare circa 30mila blastocisti crioconservate destinate al congelamento distruttivo per ricavarne linee di cellule embrionali. Si contesta a chi si impegna in questa ricerca che questo equivale a un omicidio perché una struttura più piccola di un millimetro viene assurdamente e senza alcun fondamento scientifico, considerata una persona. L’embrione “in stato di abbandono” non può essere equiparato ai bambini in attesa di affidamento. Da solo l’embrione non è in grado di compiere la strada che porta dall’uovo fecondato alla nascita: questo è possibile solo se una donna accetta di accoglierlo e si realizza nella gravidanza quell’unione tra madre e figlio che nascerà. Quindi, non c’è peggiore disuguaglianza che trattare allo stesso modo situazioni differenti, come l’embrione e la persona.
Ecco dunque perché no a strade che finiscono con l’essere il riconoscimento di titolarità di diritti e di capacità giuridica all’embrione. Quella che occorre e per cui dobbiamo batterci è che si possa fare anche in Italia una ricerca scientifica scevra da pregiudizi e paraocchi ideologici: come accade in tutti i paesi civili. Prima di concludere, vorrei dire una parola su una questione che apparentemente non ha nulla a che fare con quanto finora ho detto, e mi riferisco ai cosiddetti “cimiteri per i feti”, quelli che vengono chiamati “per i bambini mai nati”. Ultimamente hanno aperto una di queste aree al cimitero Laurentino di Roma. Ho rilasciato una dichiarazione piuttosto dura. Non perché sono contraria a quanto prevede la legge (ad es. articolo 7, comma 3 e 4, del decreto del Presidente della Repubblica del 10 settembre 1990, n. 285, dispone che: a richiesta dei genitori, nel cimitero possono essere raccolti con la stessa procedura anche prodotti del concepimento di presunta età inferiore alle 20 settimane; nei casi previsti dai commi 2 e 3, i parenti o chi per essi sono tenuti a presentare, entro 24 ore dall’espulsione od estrazione del feto, domanda di seppellimento all’Unità sanitaria locale accompagnata da certificato medico che indichi la presunta età di gestazione ed il peso del feto).
Anzi la interrogazione che ho presentato al Ministro della salute va nella direzione della conoscenza: per sapere se intenda assumere ogni iniziativa di competenza anche normativa, affinché con particolare riguardo alle questioni segnalate sia assicurata la piena applicazione dei principi affermati dalla legge n. 194 del 1978 e dal decreto del Presidente della Repubblica n. 285 del 1990. Mi viene in mente la regione Lombardia di Roberto Formigoni e altre municipalità, Cremona, Caserta, prima fra tutte la Basilicata che hanno adottato provvedimenti che senz’altro confliggono con la normativa nazionale. Altri come Mirella Parachini hanno valutato l’iniziativa del comune di Roma in toni meno polemici del mio, non ravvisando nel provvedimento una violenza nei confronti della donna; poi con Mirella ci siamo spiegate e chiarite, e comunque della cosa semmai si potrà discutere in un altro momento. Quello che qui mi preme rilevare è che qualche giorno dopo, il 12 gennaio, “L’Avvenire” titolava: “Nei giardini degli angeli un’Italia più civile”; e nell’articolo di Daniele Piccini si leggeva che con “l’inaugurazione pochi giorni fa a Roma, sono ormai una quarantina i comuni che hanno accolto la proposta dell’Associazione Difendere la vita con Maria per dedicare un angolo di un cimitero all’inumazione dei bambini non nati per aborti spontanei o volontari”. Sempre la stessa organizzazione, sempre le stesse finalità, sempre la stessa speculazione. Ed è la stessa logica che sottilmente si insinua: il controllo, sia pure formale, dei corpi, che viene ribadito e affermato: si tratti come di testamento biologico, eutanasia, feti, embrioni. Quello che non si vuole negare, quello che si nega è il diritto di ciascuno di noi di poter disporre del proprio corpo, della propria esistenza. Altri, “loro” devono decidere, stabilire quello che si deve o non si deve fare.
E’ un discorso più generale, che certo richiede riflessione, dibattito e confronto, delicato e complesso. Ma che è necessario fare e qui ho voluto farne almeno cenno.
Ho voluto indicarvi i link per trovare i passaggi in Commissione affari sociali della discussione sulle disposizioni in materia di destino degli embrioni.
Grazie per l’attenzione.
In sede referente
Martedì 5 luglio 2011 la Commissione Affari Sociali inizia l’esame del provvedimento: Disposizioni per consentire l’impianto degli embrioni abbandonati giacenti presso i centri italiani di procreazione medicalmente assistita con la relazione del rel. Palagiano
http://www.camera.it/453?
27 luglio 2011 Seguito dell’esame e rinvio http://www.camera.it/453?
28 settembre 2011 Rinvio del seguito dell’esame http://www.camera.it/453?
4 ottobre 2011 Seguito dell’esame e rinvio http://www.camera.it/453?
11 ottobre 2011 Seguito dell’esame e rinvio – Abbinamento della proposta di legge C. 4308 Farina Coscioni http://www.camera.it/453?
18 ottobre 2011 Seguito dell’esame e rinvio pag. http://www.camera.it/453?
25 ottobre 2011 Seguito dell’esame e rinvio http://www.camera.it/453?
3 novembre 2011 Seguito dell’esame e rinvio – Adozione del testo base e preannuncio On Bocciardo (PdL) l’imminente presentazione di una sua proposta di legge sulla materia in discussione.
http://www.camera.it/453?
Audizioni informali
29 novembre 2011 Audizione del Garante per la protezione dei dati personali il Professor Francesco Guzzetti
e Audizione di esperti della materia: Prof. Paolo Rebulla direttore Biobanca Milano, Luciano Eusebi (università Cattolica di Milano), Lorenzo D’Avack, Delegato società italiana ostetricia Prof.Albini
14 dicembre 2011 Audizione di esperti della materia con Amedeo Santosuosso
Prossima seduta mercoledi 18 gennaio 2012
Qui di seguito si trova il dossier di documentazione del Servizio Studi nella versione html parziale- Dipartimento affari sociali http://www.camera.it/Camera/
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