Umbria, testa a testa tra la Marini e Bocci

Testa a testa nella notte in Umbria, dove Catiuscia Marini, 42 anni, delfino della presidente uscente Maria Rita Lorenzetti, supera lo sfidante Gianpiero Bocci in alcune città chiave come Terni, ma
appare in svantaggio in altre (provincia di Perugia). Un`altalena che dà il segno dell`equilibrio dei valori in campo. Da una parte la Marini, rinnovamento nella continuità, esponente
della mozione Bersani. Dall`altra Gianpiero Bocci, l`outsider a sorpresa, estratto da Beppe Fioroni con una mossa che ha fatto infuriare (e ritirare dalla competizione) il veltroniano Mauro Agostini. A vincente dovrà vedersela con la candidata del Pdl, Fiammetta Modena, e con quella della lista Bonino-Pannella, Maria Antonietta Farina Coscioni. Affluenza discreta, 35 mila circa, pochi rispetto ai 75 mila del 25 ottobre, molti se si considera che si è arrivati alla scelta dei candidati meno di una
settimana fa. Si è trattato di primarie locali, certo, ma con un significato politico di rilievo nazionale, visto che sul caso Umbria si è giocata una partita che ha diviso il Pd tra correnti e sottocorrenti. Qualcuno ha dipinto la sfida Marini-Bocci come un duello tra ex ds ed ex Margherita, tra rossi e neri. Ma hanno influito anche le dinamiche locali, di geografia politica e rapporti personali.
La Marini è stata designata su volere di Maria Rita Lorenzetti, presidente uscente che ha cercato fino alla fine di avere una deroga allo statuto del Pd per un terzo mandato. Sindaco di Todi per dieci anni, ha ottenuto l`appoggio di quasi tutto il partito a livello nazionale.
Ma sul territorio i rapporti di forza sono diversi. L`altro giorno è stata accolta trionfalmente a Orvieto, dove la corrente di Ignazio Marino le ha dato il suo sostegno ufficiale e compatto. E non è un caso che in seconda fila sedesse Walter Vermi, deputato umbro vicinissimo a Walter Veltroni. L`addio alle primarie di Agostini è stato traumatico. L`ex tesoriere si è detto «basito, sconcertato, amareggiato» per la discesa in campo di Bocci, anche lui della minoranza: «Il partito mi ha pugnalato», ha spiegato. Ma più che il partito è stata Area democratica a spaccarsi ed è stata l`area vicina a Fioroni e a Franceschini a rivoltarsi contro di lui. E non è un caso, dunque, che buona parte dei dirigenti veltroniani abbia deciso di schierarsi alla fine con la Marini, dando corpo a quella che è stata chiamata la «congiura». Fioroni, a esito ancora incerto, è soddisfatto: «Anche il testa a testa è un miracolo in una regione rossa. Del resto si è fatta una campagna tutta con la testa rivolta all`indietro» .
Dall`esito delle primarie dipenderà anche il futuro del centrosinistra in Regione. La sinistra radicale si e schierata con Bocci, chiedendo «prima riunione» di coalizione con il suo candidato, Orfeo Goracci. Richiesta che sarà difficilmente esaudita, perché un secondo voto a pochi giorni di distanza appare difficile. E anche perché Rifondazione finirà comunque per convergere sul vincente, mentre rimane incerta la posizione dell`Udc, verso la quale la Marini ha dato segni di apertura.
A Foligno, una decina di suore di clausura di un monastero hanno chiesto di poter votare.

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