Eutanasia, subito un’indagine conoscitiva

Alla Commissione Parlamentare Straordinaria per la Tutela e la Promozione dei diritti umani non mancherà certo il lavoro, la materia è ampia e vi può legittimamente rientrare di tutto. Il suo presidente, il senatore Luigi Manconi è poi particolarmente sensibile e attivo, e dunque ci si può e deve attendere positive sorprese e risultati nelle prossime settimane.

Il lavoro della commissione, spazia dalle questioni relative agli immigrati ai portatori di handicap, gli anziani, i detenuti, i bambini costretti a vivere e crescere in carcere, le vittime di quelle torture che ancora non possono essere punite perché la legge non le considera reato… insomma, un terreno di lavoro enorme, oltre che impegnativo. Al presidente Manconi, già così pesantemente impegnato, vorrei suggerire un ulteriore fronte di lavoro. Una delle questioni urgenti che attendono soluzione e non possono più essere eluse come finora si è fatto, è quella dell’eutanasia; questione senza dubbio delicata: le ragioni di chi è favorevole, al pari di quelle di chi è contrario, meritano entrambe rispetto, ma vanno conosciute, dibattute, messe a confronto.

I sondaggi e le ricerche demoscopiche al riguardo sono unanimi: la maggioranza degli italiani ritiene che a un certo punto della vita ognuno di noi abbia il diritto di poter disporre di sé, di stabilire se la soglia del dolore e della sofferenza sia un prezzo troppo alto da pagare e se non sia più misericordioso andarsene con dignità. E del resto la cronaca non manca di portare alla nostra attenzione casi che dovrebbero far riflettere: Mario Monicelli, Lucio Magri, Carlo Lizzani.. In una passata legislatura noi radicali abbiamo chiesto alla politica di occuparsi di questo fondamentale tema chiedendo di procedere con una indagine parlamentare conoscitiva. Una richiesta che non implicava altro che raccogliere dati e informazioni per sapere lo stato delle cose, per esempio le dimensioni dell’eutanasia clandestina che viene praticata in un po’ tutti gli ospedali, come ammettono medici ed infermieri se si garantisce loro l’anonimato. Richiesta negata, e si capisce: si ha paura di conoscere la realtà dei fatti. Così come si sono lasciati cadere nel nulla gli autorevoli appelli del presidente della Repubblica Napolitano che in più occasioni ha chiesto si avviasse una riflessione su questo tema. Noi radicali chiediamo solo che il tema venga discusso, che le dimensioni del fenomeno indagate e conosciute. Di qui l’appello che rivolgo al presidente Manconi. Lui e la sua commissione possono almeno avviare un’indagine conoscitiva sul fenomeno: raccogliere elementi e informazioni, pareri di esperti e di studiosi, le soluzioni che altri paesi si sono dati sul fine vita, perché da tutto ciò possa poi nascere un dibattito che non sia una sterile contrapposizione tra le parti, ma un confronto positivo che consenta al. cittadino di potersi formare un’opinione. Non c’è motivo per ostacolare ulteriormente anche in Parlamento un dibattito e un confronto che si affermano sempre più nel Paese. 

L’invito, esplicito, che rivolgo al presidente Manconi è di farsi, attraverso la commissione che presiede, protagonista e interprete di questa istanza che volenti o nolenti riguarda tutti noi. Luigi, ci stai, ci provi?

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