Testamento Biologico: Coscioni, Roccella Cambi Costituzione
Così Maria Antonietta Farina Coscioni, deputata radicale e co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni, si rivolge direttamente al sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella, tornando sulle polemiche sul fine vita e il testamento biologico. “Il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella sostiene che la comunità deve fare di tutto per tenere in vita le persone in tutti i modi possibili. Traduzione: si all’accanimento terapeutico, sempre e a prescindere dalla volontà del malato, che viene subordinata a di una imprecisata ‘collettività’ che non si sa per quale ragione l’onorevole Roccella è sicura di interpretare, a dispetto di tutti i sondaggi demoscopici, che certificano come la sua posizione di corifea vaticana sia minoritaria nella società italiana. Non paga di inanellare un’incredibile serie di affermazioni che rivelano una visione e una concezione fondamentalista, parla di ‘ferma opposizione alla selezione genetica perchè la società sarebbe costretta a sopportare costi economici troppo elevatì. Introduce un argomento che nessuno ha mai introdotto, e così facendo attribuisce ad altri volontà che nessuno ha mai espresso. L’onorevole Roccella – prosegue Coscioni – a questo punto sia coerente con quanto dice di credere, e proponga la modifica dell’articolo 32 della Costituzione laddove si sancisce che ‘Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. I costituenti, nella loro saggezza, hanno prescritto che la vita umana in quanto tale è libera e che la volontà del paziente èpreminente e va sempre garantita e tutelata. Il paese attende da troppo tempo una buona legge sul testamento biologico, una legge cioè ispirata a criteri diversi da quelli espressi dalla maggioranza del PdL e auspicata dall’onorevole Roccella. Una legge che, ripeto, difenda innanzitutto la volontà del paziente. Il resto sono solo speculazioni odiose e penose”.
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