Rabbiose reazioni dei Sacconi e delle Roccelle
Roma 17 dicembre 2010
“Le reazioni rabbiose e intolleranti dei Sacconi, delle Roccelle e in genere del sedicente partito della vita – e che in realtà è il partito della condanna a morte senza dignità, e della sofferenza sempre e comunque – si spiegano: hanno perfino il timore della parola “eutanasia”. Hanno paura che, una volta squarciato il velo di ipocrita silenzio su questa questione sociale, appaia una verità certificata unanimemente da tutti i sondaggi demoscopici: che la stragrande maggioranza della pubblica opinione, come già col divorzio e l’aborto, è con i radicali e non con loro e le gerarchie vaticane.
Per questo, demonizzano anche la sola possibilità che la questione sia discussa, che ci possa essere un confronto, un dibattito, una riflessione; che si possa anche istituire una commissione che accerti le dimensioni del fenomeno. La loro parola d’ordine è silenzio: si faccia, nella clandestinità, fidando come oggi avviene, nella mano pietosa di un medico o di un infermiere, ma guai a dirlo, guai a voler riconoscere che la persona, il malato, ha il diritto di essere informato, di sapere e poter decidere il suo destino, di stabilire, come diceva Indro Montanelli, quando la vita non è più degna di essere vissuta. Il “partito” della sofferenza e del dolore, dell’ipocrisia e della non-misericordia ha paura. E ha ragione ad averne.
Devi accedere per postare un commento.