Pensava a chi non può decidere

«Anche lui, come Luca, lo faceva più per gli altri che per se stesso. Anche Walter, come Luca, aveva paura per quelli che la lucidità l`avrebbero e allora non sarebbero più stati in grado di decidere del loro destino». Maria Antonietta Farina Coscioni è la moglie di Luca Coscioni, morto il 20 febbraio del 2006 nella sua casa a Orvieto. Anche Luca era malato di Sla e anche lui viveva attaccato alle macchine senza le quali non poteva respirare. Docente universitario, leader dei Radicali, Luca Coscioni ha combattuto incessantemente perché il Parlamento approvasse una legge sul fine vita. A un certo punto anche lui ha deciso di staccare la spina. «Quella mattina ha voluto lasciare il ventilatore. E se n`è andato, ucciso da una crisi respiratoria». Maria Antonietta, presidente dell`istituto Luca Coscioni, una esperienza come deputato, porta avanti la battaglia del marito.

Conosce la storia di Walter Piludu, che non ha conosciuto personalmente ma che dice di avere apprezzato moltissimo «per il suo impegno e per il suo coraggio. E per la riservatezza con cui ha affrontato l`ultimo atto. Walter, come mio marito, ha deciso di andarsene quando ancora poteva farlo, perché la malattia ne aveva minato il fisico ma non la sua lucidità mentale. Era ancora libero di scegliere. E probabilmente, come Luca ma anche come Piergiorgio Welby, aveva paura di non fare in tempo. Perché in assenza di una legge, vale solo la volontà espressa sul momento, non sono validi i testamenti biologici». Maria Antonietta Farina Coscioni ricorda il caso di Eluana Englaro, in coma da moltissimi anni, e la battaglia del padre perché venisse riconosciuto il suo diritto a morire. La moglie di Luca Coscioni ricorda anche le battaglie di Salvatore Usala, storico paladino delle battaglie dei disabili gravi «perché fosse garantita una assistenza migliore. Con lui ho fatto scioperi della fame. Poi a settembre Salvatore se n`è andato, ucciso dalla Sla. Una malattia che non concede scampo. È risaputo che non c`è una cura, eppure la legge tarda ad arrivare». La presidente dell`istituto Luca Coscioni è pessimista: «Il fine vita non sarà una conquista di questa legislatura. Chi si ammala di sla non ha speranze, la politica continua a prolungare il tempo del morire». (La nuova sardegna 9 11 2016)

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