Il silenzio uccide la ricerca
La sua arma è la ragione, il suo unico obiettivo la difesa della dignità umana», ha scritto il premio Nobel José Saramago di Luca Coscioni. Sono già trascorsi tre anni, da quando Luca ci ha lasciato. Lui per primo, credo, non avrebbe apprezzato commemorazioni, panegirici; bonariamente ci avrebbe rimproverato a pensare piuttosto a tutto quello che ancora c`è da fare, da conquistare: nel campo della libertà di ricerca scientifica e dell`ampliamento dei diritti civili: un testamento biologico che garantisca e tuteli la volontà della persona; dignità della vita, libertà di decidere quando non la si ritiene più degna di éssere vissuta… La battaglia da lui intrapresa, se ha reso consapevoli, coscienti, partecipi tante persone, tuttavia è ben lontana dall`esser conclusa, Oggi come tre anni fa, siamo costretti a denunciare la campagna neo-oscurantista e la sistematica, proterva manipolazione dell`informazione. È anche così che si colpiscono al cuore i diritti individuali delle persone, la loro possibilità di poter scegliere in modo informato e responsabile; e dobbiamo fare i conti con una pesantissima ingerenza delle gerarchie vaticane. Lo abbiamo ben visto in occasione della vicenda di Eluana Englaro. Luca ci ricordava spesso l`articolo 32 della Costituzione italiana, un articolo chiaro, inequivocabile: «Nessuno può essere obbligato a subire un trattamento medico che non desidera». E spesso ne citava altri due: il 33 («L`arte e la scienza sono libere e libero ne è l`insegnamento») e il 9 («La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica»). Dunque valori costituzionali, che lo Stato ha il dovere di difendere e tutelare. È per questo che Luca si è battuto, ed è per questo che si batte l`Associazione che porta il suo nome. C`è una barriera, un muro insieme dì gomma e di granito, che bisogna abbattere: il muro del silenzio, della non conoscenza. Luca, quand`era vivo, è stato silenziato; ora silenziata è l`associazione che porta il suo nome, e che in suo nome si batte per la libertà della ricerca scientifica. «È proprio la democrazia ad essere messa in discussione quando l`acquisizione dei sapere, una risorsa inesauribile per la sopravvivenza dell`umanità, come luogo di discussione e di libertà su temi che riguardano direttamente la vita, la morte, la salute, la qualità della vita degli individui, è negata ad essa»: sono le sue ultime parole e ancora oggi le nostre urgenze. Questioni che dovremo cercare di risolvere e che, certamente con altre, dibatteremo nei giorni del secondo congresso mondiale per la libertà dì ricerca scientifica a Bruxelles, dal 5 al 7 marzo prossimi.
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