E’ DOWN, NIENTE CITTADINANZA?

Caro Ministro,

mi rivolgo a Te, come responsabile del Ministero dell’Interno,ma soprattutto faccio appello alla Tua sensibilità, che già in altre occasioni ha avuto modo di manifestarsi e di essere apprezzata.

La vicenda che intendo sottoporre alla Tua attenzione Ti è, probabilmente nota, notiziari radiotelevisivi e articoli di giornale se ne sono occupati, io stessa ho presentato un’interrogazione al riguardo.

La riassumo nei suoi termini essenziali. C’è un ragazzo di 18 anni, si chiama Cristian, protagonista di una vicenda quantomeno paradossale. Cristian, come tutti i ragazzi della sua età, nuota, gioca a calcetto, ha conseguito la licenza media, attualmente frequenta la seconda media superiore. Il 25 novembre scorso è diventato maggiorenne, avendo compiuto i 18 anni; ha chiesto di diventare cittadino italiano, ma a quanto pare l’ostacolo – sembrerebbe insormontabile – per questo suo legittimo desiderio, è costituito dal fatto che è portatore di sindrome di Down. La madre di Cristian, signora Gloria Ramos, spiega si essersi rivolta all’anagrafe, dove le avrebbero detto di non farsi illusioni: la legge italiana lo impedirebbe, perché i ragazzi come Cristian sarebbero incapaci di prestare giuramento, passaggio finale e indispensabile per diventare italiano.

Non sarebbe il primo caso. Ragazzi che vanno a scuola, studiano e conseguono diplomi e lauree, fanno sport conseguendo risultati lusinghieri, non possono acquisire la cittadinanza italiana; e questo perché “l’incapacità legata ad un qualsiasi tipo di patologia mentale che limita la capacità di intendere e di volere fa sì che lo straniero non sia idoneo ad accedere alla cittadinanza, poiché non può essere considerato capace di manifestare autonomamente la propria volontà e desiderio di diventare cittadino italiano”.

Ti ho citato parte decreto del ministero dell’Interno del maggio 2011 con il quale si è respinta la richiesta di cittadinanza di un disabile”. Non ti sfuggiranno certo una serie di gravi contraddizioni che mi auguro Tu voglia e possa risolvere.

La prima, è considerare le persone affette da sindrome di Down incapaci di poter manifestare autonomamente la propria volontà.

La seconda è una violazione di forma e di sostanza: l’Italia, infatti, ha ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite per i diritti delle persone con disabilità che all’articolo 18 stabilisce come il diritto alla cittadinanza non può essere negato per motivi legati alla disabilità;

Infine: come segnala l’Associazione Italiana Persone Down (AIPD) cittadini italiani che soffrono di questa patologia possono esercitare il loro legittimo diritto di voto, e possono farlo addirittura senza l’ausilio dell’accompagnatore. Una persona con la sindrome di Down italiana, può dunque votare come tutti, e lo si ritiene in condizione di intendere e volere; mentre, al contrario, una persona con la sindrome di Down straniera che chiede la cittadinanza italiana non lo può fare in quanto si sospetta che non sia in grado di comprendere il senso e il significato del giuramento che è tenuto a prestare…Sono certa, caro Ministro, che lo ritieni anche Tu un contro-senso. E anche se immagino che in queste ore tu sia oberata da una quantità di compiti e incombenze relative al Tuo ufficio, confido che Tu e i Tuoi collaboratori sapranno trovare tempo e modo per risolvere la questione.

Ti sarò grata se me ne renderai partecipe.

Con stima e amicizia

 

Maria Antonietta Farina Coscioni

Deputata al Parlamento

Presidente onorario dell’Associazione Luca Coscioni

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