Corbellerie nucleariste
E guardate che si tratta di una vera e propria strage: dall’inizio dell’anno ci sono stati 106 morti, quasi due morti al giorno, domeniche e feste comprese. Si sono registrati, sempre dall’inizio dell’anno 179.932 infortuni, e ben 425 persone sono rimaste invalide.
Perché ricordiamo queste cifre spaventose? Perché il ministro del Lavoro Sacconi, che più propriamente dovremmo cominciare a chiamare Ministro dell’Etica di Stato, è impegnatissimo in una quantità di cose che non attengono al suo ministero – del Lavoro, appunto – e si occupa di testamento biologico, fine vita; e adesso, sproloquia anche di nucleare, con una competenza che davvero non sappiamo da cosa gli derivi.
Cosa dice Sacconi? Che “tutti i governi, dopo i tragici eventi del Giappone, riflettono”. E vediamo a cosa porta la riflessione del Governo di cui Sacconi è ministro: “Guai a noi se di fronte a eventi straordinari ci fermassimo: ci fermeremmo anche nel fare ponti e dighe”. Capperi, questa sì che è una riflessione profonda!
Non è il solo. Di dichiarazioni di così profonda riflessione se ne può fare un’antologia.
Il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, spera “che nel referendum di giugno gli italiani non votino sull’onda dell’emotività”. Assicura che è stata fatta una scelta “molto consapevole nel definire l’agenzia di sicurezza sul nucleare e riteniamo di aver previsto criteri di selezione dei siti che ospiteranno le centrali molto attenti e che tengono conto della sismicità del territorio, caratteristica del nostro paese ma non paragonabile al Giappone. Mai come in questi casi è sbagliato fare allarmismo che crea paure irrazionali”. I siti: quali sono? “Ancora non sono stati definiti, non c’è ancora una mappa”. Dunque le centrali non sanno dove metterle, non sanno come custodire le scorie; però la scelta fatta “è molto consapevole”.
Naturalmente doveva dire la sua anche il capogruppo dei senatori del PdL Maurizio Gasparri: “Sarebbe da incoscienti arrivare a conclusioni contro il nucleare dopo la tragedia del Giappone. Sarebbe un atto arbitrario interrompere un programma che durerà anni”.
Ci rassicura il ministro della Salute Ferruccio Fazio: i suoi esperti “escludono che ci siano rischi in Italia per quello che sta avvenendo in Giappone”; e ci mancherebbe, visto che il disastro si consuma all’altro capo del mondo! Poi annuncia: come previsto dalla legge 230 del 1995 “stanno per essere pubblicate sul sito del ministero le informazioni ai cittadini sui possibili rischi immediati e a lungo termine”. La legge è del 1995, sedici anni fa. E si stanno pubblicando le informazioni. Complimenti!
Chiudiamo con Roberto Formigoni, lo sapevamo esperto di firme, ma evidentemente ne sa anche di nucleare, chissà se nello stesso modo in cui ha saputo raccogliere le firme alle sue liste: “Mi sembra un dibattito fortissimamente emotivo. Bisogna tenere conto delle condizioni diverse dei due Paesi. Le centrali del Giappone sono di antichissima generazione, hanno più di 30 anni e sono costruite con metodi obsoleti”. Insomma, questi fessi di Giapponesi un po’ se la sono voluta, mentre noi che la sappiamo lunga avremo centrali di nuovissima generazione; e l’Italia è un paese sismico ma non come il Giappone, dunque niente paura.
Lo sciocchezzaio per oggi è finito. Ma per non essere emotivi allora poniamo le stesse questioni poste proprio da “Radio Radicale” da Emma Bonino (oggetto, lo dico per inciso, di una serie di vergognosi attacchi da parte del “Foglio” di Giuliano Ferrara, e a cui voglio esprimere tutta la mia solidarietà). Dice Emma: «Investire 30 miliardi di euro pubblici per ottenere il 4 per cento di consumo finale di energia tra vent’anni non ha senso economico, in assenza di qualunque quadro complessivo di bisogno energetico nel nostro Paese. Il nucleare dà solo energia elettrica, che in Italia fra quella già installata e quella programmata supera già ampiamente il fabbisogno del Paese. È bene che visto il dramma in Giappone si arrivi ad una discussione più seria anche sulle questioni energetiche perchè nel nostro Paese manca un piano energetico, e persino la definizione dei siti per le centrali nucleari». Ecco, queste sono le risposte che devono darci.
Chiudiamo con una buona notizia. A fronte della “decurtazione del fondo per la famiglia di più del 90 per cento in tre anni” il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi ha detto al premier Silvio Berlusconi che la sua delega è a rischio. “E’ chiaro che in queste condizioni non sono in grado di esercitare la mia delega per la famiglia”. Considerando l’operato fin qui svolto, le allucinanti dichiarazioni sul caso di Stefano Cucchi, o, per esempio, l’imbarazzante spot antidroga, che la mannaia di Giulio Tremonti si sia abbattuta sul Dipartimento guidato da Giovanardi e lo paralizzi, non è poi un male. Si risparmia un po’ di denaro, e un po’ di sciocchezze.
Dunque, se ne va, si dimette, toglie il disturbo? Neanche per sogno: “Non c’è il problema di dimissioni, perché non c’è più nulla da cui dimettersi”. E già: anche perché a rassegnare le dimissioni c’è poi il rischio che siano accettate. Lui invece va da Berlusconi a battere cassa. Lo stanno facendo un po’ tutti: Scajola minaccia sfracelli se non lo fanno tornare al governo o non gli fanno coordinare il partito; i volenterosi o come si chiamano i parlamentari alla Scilipoti e alla Calearo, anche loro in attesa che sia riconosciuta adeguatamente la loro buona volontà; ora Giovanardi…Berlusconi dovrà accontentarli un po’ tutti. Come nel musical di Garinei e Giovannini: “Aggiungi un posto a tavola”.
Di V. Vecellio su Notizie Radicali
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