BINETTI, FARINA COSCIONI: ARGOMENTAZIONI PRETESTUOSE DA PARTE DELL’ON. BINETTI, ESPONENTE DEL PARTITO DEL NO E DEL DIVIETO

“Le argomentazioni di Paola Binetti sono pretestuose e rivelano una concezione di partito-caserma dove militanti e iscritti sono costretti a patire un cilicio ideologico senza possibilità di autonomia e dissenso.

E’ appena il caso di osservare che noi parlamentari radicali eletti nelle liste del PD non ci siamo mai sognati di stabilire cosa sia compatibile e cosa invece no, al contrario dell’ on. Binetti, la cui permanenza nel PD si è caratterizzata per una interminabile sequenza di “verboten”, di “no” e di “non si può”, “non si deve”.

Non sono contenta che Binetti e altri colleghi che si riconoscono nei suoi valori abbiano deciso di approdare ad altri lidi, perché auspico un vero Partito Democratico dove possano convivere e confrontarsi “anime” diverse ed opposte, sul modello del Partito Democratico americano; quel PD che con Marco Pannella auspichiamo – e per il quale lavoriamo – fin dagli anni Sessanta.

Se i consiglieri comunali e provinciali umbri ci consentiranno di poter presentare la nostra lista, autenticando le firme necessarie e potrò essere candidata (e di conseguenza giudicata dai cittadini umbri) farò volentieri pubblici confronti su diritti e valori con Paola Binetti.

Posso dire però fin da ora che le posizioni espresse da Paola Binetti in relazione al suo abbandono del PD sono opposte alle mie. Siamo nella stessa commissione, una commissione “delicata” in cui si discutono tutti i temi a noi cari e che ruotano intorno al confine della libertà personale. Proprio nella commissione Affari sociali, contrariamente agli orientamenti stra-maggioritari emersi durante i dibattiti avuti nel gruppo sulle politiche sul fine vita, la maggioranza dei membri del PD rappresentava le posizioni minoritarie. Contro prova il fatto che oltre a Binetti altri due membri di quelle componenti hanno cambiato partito.

Un’ultima osservazione infine sul luogo scelto per iniziare la campagna elettorale, Assisi. Ho motivo di dubitare che Francesco avrebbe amato l’Opus Dei.

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