ANIMALI-SPERIMENTAZIONE, LA NUOVA INQUISIZIONE
Roma 16 giugno 2012
“Ricordo a quanti, più o meno in buona fede si battono contro la sperimentazione animale, gabellandola per vivisezione, che l’alternativa è la rinuncia pura e semplice alla ricerca scientifica, l’ulteriore conseguente “esilio” di scienziati e ricercatori, la fuga di “sapere” e capitali verso altre nazioni, la condanna per migliaia di persone che grazie alla sperimentazione sul modello animale possono sperare che un giorno siano scoperti e prodotti farmaci in grado di curarli. Non c’è scienziato o ricercatore che non sappia, per esempio, che tutta la chemioterapia, i vaccini, l’endocrinologia, l’abbattimento stesso della mortalità infantile è il risultato della sperimentazione e di questa ricerca. La sperimentazione sull’animale è indispensabile in certi settori della ricerca ed è complementare a quella che viene fatta con sempre più frequenza su colture di cellule in vitro. Molto spesso la sperimentazione serve a rilevare effetti collaterali negativi di fronte ad un farmaco, e a questa sperimentazione – checché si sostenga – al momento non esiste alternativa.
In Italia sono in vigore – ma pervicacemente lo si vuole ignorare – regole precise, e la situazione è costantemente monitorata attraverso continui e rigorosi controlli; i timori e i “fantasmi” evocati a proposito di Green Hill sono dunque completamente infondati: sia per quel che riguarda le condizioni nelle quali vengono tenuti gli animali, sia per quanto riguarda le regole per limitare la sofferenza.
Se le regole non sono rispettate le si denuncino alla magistratura e, se le denunce risulteranno fondate, si puniscano i colpevoli.
Purtroppo assistiamo sempre più spesso ad atti di violenza nei confronti di strutture legali che praticano, sotto il controllo di una rigida legge, sperimentazione su modelli animali. Questa violenza viene giustificata con il fatto che l’animale non può difendersi ed è la stessa giustificazione che si danno gli antiabortisti. Con il risultato evidente che i medici che rispettano le leggi sono additati come criminali e chi le viola o ne impedisce l’applicazione ritiene di fare il bene di tutti.
Si conoscono casi di medici abortisti perseguitati, picchiati o ammazzati, allevamenti di animali colpiti, intimidazioni a centri di ricerca, violenza che non ha mai colpito medici antiabortisti o ricercatori su modelli di ricerca alternativi a quello animale.
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