Umbria, una sfida tutta al femminile per la presidenza della Regione

«Adesso che questa storia è finita ed è finita bene, forse a Roma hanno materiale su cui riflettere». Alessandro Chianella, responsabile organizzazione del Pd umbro, tira un sospiro di sollievo.
53.078 votanti non sono pochi come qualcuno vuole far credere, dice seduto dietro la sua scrivania, una chiave inglese come fermacarte, «perché sono un metalmeccanico e non me lo voglio scordare mai». Per il congresso votarono in 75mila, certo molti di più, «ma noi abbiamo fatto tutto in una settimana». Il segretario Lamberto Bottini precisa: «Abbiamo triplicato il risultato della Puglia se ragioniamo in termini demografici». Il giorno dopo le primarie è giorno di bilanci, non solo sulla geografia «politica» dei voti, dove sono più forti gli ex popolari, dove gli ex ds e dove c`è stata mescolanza. «La verità è che ci siamo stancati delle decisioni prese altrove, delle logiche romane che si riflettono sui territori», ragionano i democratici su al secondo piano di Corso Vannucci, dove sta in bella mostra un antico poster con su scritto «L`Unità in ogni famiglia». Ancora brucia agli umbri quella candidatura calata dalla capitale di Francesco Rutelli, «come capolista, proprio qui da noi. E oggi guardi dove sta: si è fatto il suo partito». O come quella volta che da Roma imposero Fernando Adornato, «lo portammo su e giù per la regione, lo facemmo eleggere e poi sparì. Avemmo sue notizie dai giornali, quando passò all`Udc». Qui ci credono davvero nel Pd, «ma dobbiamo crederci tutti», dice Chianella. E sono in tanti a pensare che la lotta intestina al partito iniziata con il dopo Lorenzetti, sia molto legata al potere di alcuni dirigenti che vogliono «segnare il territorio». L`Umbria, con i suoi 800mila abitanti, ha due province, Perugia e Terni. governate da due presidenti con radici nella Margherita, molto legati a Giampiero Bocci, a sua volta legato a Beppe Fioroni. «Puntavano a prendersi anche la Regione, avranno pensato che se è vero che la mozione Bersani ha vinto 49% a 41% con le primarie si poteva ribaltare tutto», commenta un anziano iscritto al partito. Invece alle primarie Catiuscia Marini ha preso il 54,90% dei consensi, contro il45,10 di Bocci. L`altra notte una delle prime telefonate arrivate alla vincitrice è stata quella di Walter Verini, veltroniano doc. Subito dopo quella di Mauro Agostini molto sostenuto da Verini e bocciato dalla mozione da Area democratica umbra. Lei li ha ringraziati pubblicamente per il sostegno non ufficiale ma ufficioso in questa partita. Si sono confermati i voti delle zone «bianche», Spoleto e la Valnerina, la zona appenninica a Bocci, tutti gli altri alla Marini, ma l`Umbria resta una regione di sinistra più che di centrosinistra e ogni tanto ci tiene a ribadirlo. Si distingue anche per altro, sono tutte donne le aspiranti presidenti: Marini, Pd, Fiammetta Modena, Pdl e Maria Antonietta Coscioni per i radicali (che stanno ancora raccogliendo le firme). E vero, Rc ha candidato il sindaco di Gubbio Orfeo Goracci per le primarie di coalizione,
ma qui nessuno ci crede.

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