Papa, Farina Coscioni: affermazioni gravi e irresponsabili.

Le affermazioni di papa Benedetto XVI circa i preservativi, che sarebbero inutili contro l’AIDS e anzi, contribuirebbero a far aumentare i problemi, sono “semplicemente” espressione di una letterale ignoranza del problema; e sono, insieme, parole gravi e irresponsabili. confermano, più che rivelare, una non stupefacente (nel senso che ormai non stupisce), ma purtroppo radicata, cultura della gerarchia cattolica: che vuole l’atto sessuale sempre, solo e comunque finalizzato alla riproduzione; pazienza, poi, se milioni di esseri sono condannati a morire atrocemente per malattie crudeli.

E’ la conferma, ennesima, di quanto una gerarchia sempre più auto-confina in una torre d’avorio, sia separata dal suo stesso “popolo”. Non è un mistero che proprio in Africa, missionari e missionarie letteralmente se ne infischiano degli anatemi vaticani, e con grande senso di responsabilità e misericordia, operano nel quotidiano per quella che si può definire una politica della “riduzione del danno”: assicurando, per come si può in quelle condizioni, un minimo di informazione sessuale, e fornendo i vituperati preservativi.

E’ un problema culturale, che non ha latitudine. Per questo, alla vigilia dell’ “HIV summit Italia 2009” che si terrà a Roma, chiedo che venga calendarizzata la mozione che ho presentato assieme a un gruppo di colleghi, radicali, del Partito Democratico, e di maggioranza; una mozione che recepisce e si collega alle risoluzioni sull’HIV/AIDS approvate dal Parlamento Europeo nel 2006, 2007 e 2008. E’ una mozione con la quale si chiede con urgenza alla Commissione nazionale per la lotta contro l’Aids (organo tecnico-scientifico del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali), di definire, entro sei mesi, le linee guida nazionali a monitorare l’applicazione delle linee guida su tutto il territorio nazionale.

L’inerzia, l’indifferenza, non fanno altro che aggravare ulteriormente un problema che già di per sé è grave. La scienza ha dimostrato che i profilattici sono un’arma fondamentale per contrastare i contagi. E’ tempo che posizioni così retrograde, medioevali, false e scientifiche come quelle espresse dalla gerarchia vaticana siano contrastate con la massima determinazione”.

Segue testo della Mozione:

La Camera, premesso che: il Parlamento europeo ha approvato il 6 luglio 2006 la risoluzione sull’HIV/AIDS: «tempo di agire»; il Parlamento europeo il 24 aprile 2007 ha adottato la risoluzione sulla lotta all’HIV/AIDS all’interno dell’UE e nei Paesi vicini per il triennio 2007-2009; il Parlamento europeo il 21 novembre 2008 ha adottato la risoluzione sull’HIV/AIDS: diagnosi precoce e cure tempestive; il 1o dicembre 2008, giornata internazionale della lotta all’AIDS, la Commissione europea e il Consiglio dell’Unione europea hanno ribadito la necessità della diffusione del test per la diagnosi precoce e hanno richiesto a tutti gli Stati membri di mettere in atto tutte le azioni per la diffusione del test e di riferire sui risultati nel corso della prossima Conferenza internazionale sull’AIDS che si svolgerà a Vienna nel 2010; lo scorso novembre si è tenuta a Parigi, sotto l’egida della Presidenza francese la Conferenza «2008 HIV Diagnosis Summit» dove tutti gli Stati membri sono stati invitati a far emergere, sempre attraverso la diffusione del test, il sommerso della sieropositività che oggi, nella sola Francia è stimato in 40.000 persone ignare della propria condizione in modo, attraverso la diagnosi precoce, di aumentare le loro aspettative di vita e nel contempo di diminuire le possibilità di trasmissione della malattia; il 19 marzo 2009 si terrà a Roma l’HIV Summit Italia 2009: «Diagnosi precoce, qualità della vita»; secondo le ultime ricerche del Reparto epidemiologia Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (ISS), si stima che nel nostro Paese siano, in realtà, almeno 130mila le persone sieropositive, mentre i casi diagnosticati sono soltanto 65mila; nel 2008, secondo i dati del COA (Centro operativo AIDS dell’istituto superiore di sanità), più di 4.000 persone si sono infettate con l’HIV, con un aumento dei nuovi contagi (alla pari delle altre nazioni europee); il COA indica che nel 2008 sono state 1.400 le persone sieropositive che si sono ammalate di AIDS; un’elevata percentuale di infezioni da virus HIV non sono diagnosticate e queste persone, ignare del proprio stato, scopriranno di essere sieropositive solo quando saranno vittima di altre gravi patologie (l’ISS stima che il 50 per cento dei sieropositivi presenti in Italia siano non identificati); l’HIV/AIDS è una malattia trasmissibile e esiste quindi il grave rischio di contagio da parte di queste persone infette che non sanno ancora di esserlo con grave nocumento della salute pubblica; la riduzione degli ostacoli per l’accesso al test per l’HIV e la conseguente diagnosi precoce appaiono essere la strada auspicabile per dare adeguate possibilità di cura al sieropositivo insieme alla indispensabile consapevolezza e tutela dei propri diritti e per rallentare la diffusione della malattia; la piena tutela dei diritti umani e il rispetto della riservatezza e la protezione dei dati personali, è alla base di ogni azione contemplata nella risposta al virus dell’HIV; impegna il Governo: – a richiedere con urgenza alla Commissione nazionale per la lotta contro l’Aids, organo tecnico-scientifico del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, di definire le linee guida nazionali per indirizzare, indurre e garantire l’accesso al test dell’HIV, tali da indicare altresì i gruppi socialmente vulnerabili sui quali orientare le prime azioni, gli strumenti e le procedure consigliabili per la garanzia dell’accesso informato, come l’introduzione di innovative procedure standard nell’accettazione per il ricovero ospedaliero, un piano di azione per la richiesta standard di test informato all’interno delle strutture carcerarie, nel momento dell’accoglienza delle persone immigrate e nelle aree di evidente disagio sociale, test i cui risultati, oltre a migliorare la prevenzione dell’HIV/AIDS, permetteranno anche di raccogliere dati scientifici importanti per la identificazione, da parte dell’Istituto superiore di sanità, di ceppi e sottoceppi dei virus presenti in Italia; – a richiedere alla Commissione nazionale per la lotta contro l’Aids di completare tali linee guida entro sei mesi; – a provvedere alla applicazione delle linee guida da parte delle istituzioni preposte; – a monitorare la puntuale applicazione delle linee guida su tutto il territorio nazionale, da parte delle Istituzioni preposte; – a redigere una Relazione Annuale sulla applicazione delle linee guida al Test dell’HIV in Italia da presentare alla Camera dei Deputati.

«Farina Coscioni, Maurizio Turco, Zamparutti, Bernardini, Marrocu, Mecacci, Melis, Touadi, Tullo, Mario Pepe (PDL), De Poli, Beltrandi, Duilio, Calvisi».

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