Libertà di scelta, rispettare il malato
E’ bastato l’accenno del ministro della Salute Balduzzi che serve una legge per la libertà delle scelte di cura sostenendo che il Governo è pronto a fare la sua parte; subito, l’alfiere di quella che è una vera e propria prepotenza totalitaria, l’ex ministro delle politiche sociali e del lavoro Sacconi ha tuonato che «non compete al Governo entrare nel merito di una legge che deve essere soprattutto parlamentare».
Raro esempio di improntitudine. È stato il Governo di cui Sacconi era ministro, a istituire tre anni fa, proprio il giorno della morte definitiva di Eluana Englaro, la «Giornata Nazionale degli Stati Vegetativi».
L’allora sottosegretaria Roccella diffuse un comunicato stupefacente: «Questa data ricorda a tutti noi l’anniversario della morte di Eluana, la cui vita è stata interrotta per decisione della magistratura… Da oggi sarà un’occasione preziosa in più per ricordare a tutti quanto è degna l’esistenza di tutti coloro che vivono in stato vegetativo e non hanno voce per raccontare il loro attaccamento alla vita… ». Fondamentalismo fideista, integralismo intollerante, come quello che traspariva dalle parole del senatore Quagliariello: «Eluana non è morta, è stata assassinata»; parole da non dimenticare, come l’incredibile affermazione dell’allora presidente del Consiglio Berlusconi: «Eluana potrebbe generare un figlio». L’intento evidente era quello di trasformare Eluana in una martire dello stato vegetativo.
Erano, sono, gli stessi che non hanno mosso un dito per aiutare migliaia di disabili e malati di Sla e di altre malattie neurodegenerative; erano, sono, gli stessi che in materia di fine vita vorrebbero imporre una legge dogmatica, il cui scopo è impedire il diritto della persona di stabilire se e quanto una vita è degna di essere vissuta. Eluana nel comunicato che annunciava l’istituzione della «Giornata Nazionale degli Stati Vegetativi» veniva definita «affetta da disabilità grave la cui vita è stata interrotta». Si insinuava così che lo stato irreversibile in cui si trovava non fosse tale; che da quello stato sarebbe potuta forse uscire.
Per questo, pur consapevole di quanto possa essere doloroso e difficile, rivolgo un pubblico appello alla famiglia di Eluana: renda pubbliche le immagini di Eluana nei suoi ultimi mesi di vita. Finora solo in pochi abbiamo avuto la possibilità di vedere lo stato in cui era ridotta. Si rendano pubbliche le immagini dell’Eluana degli ultimi tempi, tutti avranno modo di constatare quanta cinica e volgare speculazione si è imbastita su questa vicenda. Noi, con l’Associazione Luca Coscioni, continueremo a lottare per vedere rispettato il diritto di non essere sottoposti a trattamenti contro la propria volontà. Chi vuole può trovare, nel sito: www.lucacoscioni.it tutte le istruzioni necessarie su come preparare il proprio testamento biologico.
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