La lotta dei malati psichici fino al ministero della Salute
L’intero arco costituzionale s’è schierato a favore della lotta dei malati psichici dell’Afesopsit con mozioni (le ultime sono state presentate lunedì al consiglio comunale del capoluogo dai consiglieri del Pd, Sel, Idv) e interrogazioni alla presidente della Regione e al ministro della Salute.
La cronaca raramente ha registrato un movimento di condivisione e sostegno di tale consistenza nei confronti delle iniziative di una onlus come quello che s’è coagulato intorno all’associazione nelle prime due decadi di gennaio. I protagonisti del sit-in di protesta a piazza del Comune sono stati sostenuti da organizzazioni di volontariato, associazioni culturali e di solidarietà, sindacati e forze politiche di ogni colore, operatori socio-sanitari e delle istituzioni locali, compreso il comune di Viterbo (e a grappolo gli altri municipi della Tuscia) e la Provincia.
Circa 7.500 cittadini hanno sottoscritto la petizione dell’Afesopsit e intorno alla tenda del sit-in in piazza del Comune s’è verificato un continuo flusso di persone, che hanno testimoniato la loro solidarietà ai sofferenti psichici della Tuscia. Persone che, a ben guardare, chiedevano alla Regione solo il rispetto dei diritti umani fondamentali delle persone che hanno bisogno di assistenza. Perché il disagio psichico può colpire chiunque, a qualunque età, e distruggere intere famiglie se queste non sono supportate da servizi adeguati.
Anche la deputata radicale Maria Antonietta Farina Coscioni e Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo (consiglieri regionali Lista Bonino-Pannella del Lazio) hanno recepito il messaggio della onlus e presentato quindi due interrogazioni urgenti: al ministro della Salute e alla presidente Polverini per «chiedere iniziative urgenti in relazione a questioni e situazioni che non possono essere lasciate ulteriormente incancrenire».
E i radicali assicurano i sofferenti psichici, le loro famiglie e le migliaia di cittadini che hanno dato la loro solidarietà alla protesta che cercheranno di dare «il massimo aiuto e sostegno perché gli obiettivi della loro lotta siano raggiunti»; e li ringraziamo «per la grande prova di civismo democratico a cui hanno dato vita».
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