IX CONGRESSO ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI PER LA LIBERTÀ DI RICERCA SCIENTIFICA
Questo nostro nono congresso dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica ha come tema-slogan “Per fermare gli azzeccagarbugli della ‘Vita’ e i don Rodrigo delle proibizioni”, insieme a tutti i temi che sono caratterizzanti l’impegno dei Radicali e dell’Associazione stessa.Per restare in tema manzoniano: don Rodrigo e relativi “bravi” e azzeccagarbugli, sì; ma anche tanti don Abbondio, che non fanno quello che dovrebbero fare; tanti don Ferrante e pochi frate Cristoforo.
Sono tanti i don Rodrigo e gli azzeccagarbugli delle proibizioni, i loro nomi li conosciamo bene:in Parlamento si stanno dando molto da fare, in questi giorni: i Maurizio Sacconi e le Eugenia Roccella, i Gaetano Quagliariello e i Maurizio Gasparri vogliono a tutti i costi imporre al paese una legge in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento, che ci espropria del diritto costituzionalmente garantito di decidere noi quando rifiutare le cure, e ci vorrebbe condannati a vivere una vita la cui dignità non è dalla persona valutata e sentita, quindi non sarà rispettata perché non vincolante … insomma altri decideranno per me.
E anche alla Camera non si scherza, con quello che cercano di fare con il destino degli embrioni soprannumerari crio-conservati, l’assistenza ai malati e disabili gravi che sostanzialmente è sempre meno allo scomparire dell’azzeramento del fondo per le non autosufficienze e in tema di sanità in generale.
Avevo anche pensato di fare una specie di rendiconto parlamentare, e prima o poi lo farò, perché tante sono le cose che accadono e spesso non si conoscono.
Ne cito una per tutte. Aver deciso di chiudere l’orrore degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, è cosa giusta; però il disagio, la malattia mentale non si cancellano con un tratto di penna, un articolo di legge.Per non parlare della pericolosità sociale che c’è e non va dimenticata.
Mi auguro ovviamente che così non sia, ma il rischio è che si ripeta quello che è accaduto quando con la frettolosa riforma Basaglia che lo stesso Basaglia non riconobbe come sua, per evitare il referendum radicale, si abolirono i manicomi tout court.Non si era predisposta adeguata rete di assistenza e di aiuto, e non erano neppure stati individuati i fondi per farlo. Voglio dire che abolire gli OPG è giusto, sacrosanto. Ma si arriva alla loro abolizione completamente impreparati. E il tempo che ci separa dal 31 marzo 2013 è davvero troppo stretto se lo confrontiamo con l’inadeguatezza degli interventi istituzionali. Da mesi cerco di dirlo, di mettere in guardia da questa che rischia di essere assai più che un’eventualità. Anzi l’ho detto subito quando è arrivato in aula l’art 3-ter dello svuota carceri.
E tra breve i nodi verranno al pettine. Voglio dire che troppo spesso il bel gesto è accompagnato dal troppo poco …
Ho citato quello che accade in queste ore al Senato, ma un don Rodrigo delle proibizioni è senza dubbio l’attuale governatore della Lombardia Roberto Formigoni: che tra le tante cose che giustamente gli vengono imputate e per le quali ancora non risponde è anche lo stesso personaggio arrogante e senza misericordia che ha scritto una pagina vergognosa della penosa vicenda di Eluana Englaro. La voglio qui ricordare, anche se molti di voi penso la conoscano.
Quattro anni fa, quando Eluana era ancora ricoverata nella clinica di Lecco, il padre Beppino mi consentì di vedere la figlia. Giorni fa, il governatore della regione Friuli-Venezia Giulia Renzo Tondo, del PdL, intervistato dal “Corriere della Sera”, parlando di Eluana, ha detto:
“Posso usare una metafora? Sembrava un gomitolo di lana, raggomitolata su se stessa. Nessun collegamento con il mondo. Nulla … fu una forte emozione. La scena che mi si palesò davanti era tremenda. Ebbi anche la certezza che quella ragazza orai non stava vivendo in modo dignitoso. Pensai: stare così da tutti questi anni … Non ha senso. Non era certo l’Eluana delle foto. Se fosse stata mia figlia mi sarei comportata allo stesso modo di Beppino Englaro …”. Formigoni il Celeste, non ha figli; e non si è neppure mai preoccupato di andarla a vedere, Eluana. Formigoni è il don Rodrigo che se ne infischia delle sentenze della magistratura, e impone i suoi diktat ideologici a tutte le cliniche della Lombardia, forte del fatto che beneficiano di finanziamenti che la Regione garantisce loro; e tutti i direttori di cliniche lombarde, al pari di don Abbondio, soggiacciono al ricatto.
Ed è lo stesso Formigoni che ha per primo allestito spazi nei cimiteri per i feti abortiti; e fin qui non c’è alcun problema perché c’è la legge; ma una speculazione c’è stata ed è quella con l’associazione Difendere la vita con Maria per l’affidamento di prodotti abortivi che poi è stata condivisa e fatta propria anche da altre amministrazioni.Ma è stato Formigoni, l’apripista.
Ma di don Rodrigo in questo paese ce ne sono tanti, e sono spesso insospettabili. Sapete, per esempio, chi è un don Rodrigo? Qui a Milano qualcuno ne avrà ancora il ricordo, di quando guidava cortei che esibivano cartelli con il volto di Stalin; ai cortei del Movimento Studentesco guidati da Mario Capanna. Ora Capanna si è trasferito in Umbria, ha scoperto l’ambientalismo, ed è un ambientalismo autoritario, all’insegna del proibizionismo, anti-scientifico, retrogrado e oscurantista. Presidente di una Fondazione per i Diritti Genetici, ha chiesto e ottenuto la dismissione dei campi sperimentali OGM dell’Università della Tuscia, nel viterbese. Quello che irresponsabilmente Capanna definisce “un vero successo”, è puramente e semplicemente una decisione scellerata perché il progetto della Tuscia era uno dei fiori all’occhiello della sperimentazione sugli Ogm in Italia, l’ultimo rimasto attivo.
Richiesta sciagurata quella di Capanna, a cui hanno non meno sciaguratamente aderito altri due don Abbondio, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini e quello dell’Agricoltura Mario Catania, che non hanno minimamente preso in considerazione la possibilità di fare ricerca, sottovalutandone l’importanza, e hanno posto la loro firma a un provvedimento che quanto di più antiscientifico e retrogrado si possa concepire: si vieta e si impedisce perfino la sperimentazione e si costringe il nostro Paese a rimanere al palo, isolato dal resto del mondo, dove esistono centri sperimentali in cui vengono studiate piante che rappresentano il futuro dell’agricoltura, dell’agro-industria e della medicina, fondamentali quindi anche per la qualità dell’ambiente e dell’alimentazione.
Colgo l’occasione per denunciare che Giorgio Fidenato, presidente dell’Associazione Agricoltori Federati, colpevole – colpevole tra virgolette, ovviamente – di aver utilizzato sementi transgeniche, è stato oggetto di “azioni dimostrative”, così sono state definite da chi le ha attuate, che in realtà sono state vere e proprie azioni di teppismo; perché aderenti ai Centri sociali si sono introdotti in quelle proprietà e hanno distrutto le colture; e c’è chi ha esultato, dicendo che finalmente si riportava la legalità. Episodio inquietante, ma più inquietante ancora che nessuno o quasi abbia condannato questi episodi di teppismo. C’è il paradosso tutto italiano:nei fatti tantissimi cibi provengono da ogm che possono essere importati tranquillamente dall’estero, ma non studiati e valutati in Italia; e tantomeno coltivati dagli agricoltori italiani nel rispetto delle normative europee. La stessa cosa mi sento di dirla per quanto riguarda l’allevamento di Green Hill. E’ in corso un’inchiesta della magistratura per stabilire se i cani che vi venivano allevati erano trattati in violazione delle norme previste; se risulteranno illegalità, è giusto che i colpevoli siano puniti. Però una cosa bisogna pur dirla: gli attivisti si sono introdotti nell’allevamento e “liberato” alcuni cuccioli; per quella “liberazione” una proprietà sia stata danneggiata, e pur senza conseguenze gravi, ci si sia esibiti in comportamenti violenti. Occorrerà pur dire che gesti di violenza e danneggiamento di proprietà vanno condannati, è sbagliato osservarli con compiaciuta approvazione, perché i mezzi non giustificano il fine, piuttosto lo qualificano.
Nel volumetto che ho distribuito – mi spiace, ne avevo un numero limitato di copie, ma presto ne farò un’altra edizione – racconto di altri “don Rodrigo”, di altri divieti. Come quello alla ricerca facendo uso di animali. Ora qui con noi ci sono amici ed amiche che meglio di me, e con maggiore competenza, possono sviluppare questo tema. Io mi limito ad osservare che al momento i test sugli animali sono indispensabili; e gli oppositori o sono dei don Ferrante, ignoranti; o sono anche loro dei don Rodrigo: mentono sapendo di mentire quando equiparano la pratica della ricerca scientifica sugli animali alla vivisezione.
L’associazione Luca Coscioni nasce esattamente dieci anni fa che nel suo statuto dichiara, come obiettivo la promozione della “libertà di cura e di ricerca scientifica, l’assistenza personale autogestita e l’affermazione dei diritti umani, civili e politici delle persone malate e disabili”.
Ho detto prima che spuntano “don Rodrigo” proibizionisti insospettabili. Più o meno un anno fa, era metà ottobre, la Corte di Giustizia Europea con una sua sentenza ha stabilito il divieto di poter brevettare medicinali ricavati da cellule staminali embrionali. Una sentenza che pone dei “paletti” insensati e assurdi alla libertà di ricerca scientifica: perché non potendo più brevettare i risultati delle ricerche, evidentemente non vi sarà più interesse a finanziare le ricerche stesse; che certamente continueranno nei laboratori di quei paesi dove questi “paletti” e questi ostacoli non ci sono. Di conseguenza, accadrà che i risultati positivi di queste ricerche, per essere fruibili da un cittadino europeo, da oggi costeranno molto di più. Dunque a pagare saranno ancora una volta pazienti bisognosi e cittadini. Paesi come Brasile, Corea del Sud, India, Singapore, Stati Uniti, diventeranno i leader di questa ricerca; e l’Europa, ancora una volta starà ai margini, a guardare. Davvero un bel risultato quello conseguito; una sentenza che dobbiamo a un don Rodrigo che si chiama Greenpeace con la sua rampante classe dirigente. Ennesima conferma che l’inferno è lastricato di buone intenzioni.
Allora: per aver sostenuto e difeso le posizioni della associazione a favore della libertà di ricerca scientifica, in questi mesi mi sono trovata al centro di una campagna violenta animata da una quantità di don Ferrante con più o meno buona fede; una campagna fatta di insulti, offese, denigrazioni. Mi si è perfino rinfacciato di chiamarmi come mi chiamo! Non vi nascondo che in un primo momento quegli insulti, quelle offese, mi hanno ferito, anche perché poche sono state le solidarietà. Poi mi son detta che non dovevo dare a quelle offese e a quegli insulti più peso di quanto non ne meritino. Però, dal momento che sono venute anche dall’ambiente radicale, credo convenga interrogarsi; forse abbiamo date per scontate troppe cose; forse sarebbe necessario creare dei momenti di riflessione e di dibattito, per chiarire bene quali sono i nostri scopi, le nostre finalità, in modo che non ci siano equivoci e fraintendimenti. Perché io – ve lo voglio dire chiaramente – non sono disposta ad accettare che nostri amici e compagni come Gilberto Corbellini, Gulio Cossu, Piergiorgio Strata Cesare Galli e Elena Cattaneo siano trattati come degli incompetenti che non sanno quello che dicono, o peggio, dei sadici dottor Mengele che si divertono a squartare cani, topi, e cavie. Per me vale quello che disse una volta il filosofo spagnolo Fernando Savater: “I veri barbari sono coloro che non distinguono uomini e animali. Caligola fece senatore un cavallo e uccise centinaia di persone che non apprezzava. Quello era un barbaro. Trattava gli uomini come gli animali e gli animali come gli uomini”.
C’è un problema di conoscenza negata, di informazione che dobbiamo conquistare. I dati elaborati dal Centro di Ascolto Radicale diretto da Gianni Betto sono quanto mai eloquenti e significativi. Lo stato dei fatti riguarda tutti i nostri temi, si tratti della libertà di ricerca, degli OGM, del testamento biologico, dell’eutanasia. Quasi mai ci viene data la possibilità di farci conoscere, quasi mai i temi che agitiamo, e che sono di indubbio e generale interesse, vengono trattati. Vincere la battaglia della conoscenza ha detto Elena Cattaneo. Dalla analisi della informazione radiotelevisiva sulla ricerca scientifica, sperimentazione animale, Green Hill ecc dal 1 ottobre 2011 al 25 settembre 2012 emerge che questi temi sono stati trattati sulla onda della emotività, senza alcun approfondimento (anzi con la sola eccezione della trasmissione Cominciamo Bene) senza fornire la possibilità di chiarire perché si ritiene ancora, purtroppo, indispensabile la ricerca sul modello animale. Credo che uno degli obiettivi che ci dobbiamo dare per il futuro sia proprio questo, il risarcimento per la conoscenza e l’informazione confiscata.
Voglio ricordare a noi tutti un appello del 22 ottobre del 2008, nel quale si affermava che “la ricerca scientifica, oltre ad essere portatrice di un’etica di libertà, responsabilità e conoscenza e ad essere responsabile del triplicarsi delle aspettative di vita media, ci aiuta oggi a capire meglio perché siamo ‘persone morali’, cioè quali ragioni e fenomeni siano alla base, ad esempio, dell’altruismo e dell’empatia, oppure in quali condizioni siamo più disponibili a fornire solidarietà al prossimo”.
Quel manifesto appello di Gilberto, Piergiorgio e Giulio è stato sottoscritto da decine di scienziati e ricercatori: Elena Cattaneo e Roberto Defez, Demetrio Neri e tantissimi altri, che spesso chiamiamo a raccolta e rispondono, ci aiutano e difendono le cause che portiamo avanti. Questa comunità di scienziati e di ricercatori va a sua volta aiutata e difesa dagli innumerevoli attacchi che subisce.
E’ quello che ho cercato di fare come militante radicale, come dirigente dell’Associazione Luca Coscioni, come parlamentare; è un impegno che rinnovo e che cercherò di assicurare anche nel futuro.
A questa comunità di ricercatori e di scienziati dico grazie per quello che fanno, e dico loro che troveranno in me una sponda, un sostegno, un aiuto. E credo che anche l’Associazione debba assicurare sponde, sostegno, aiuto; e che questi temi debbano far parte della mozione che voteremo a fine congresso; e che nei nostri organismi dirigenti si debba fare posto ad amiche, amici, compagne e compagni che esplicitamente si impegnino su questi temi.
Ho cominciato con don Rodrigo, finisco con Manzoni.
Nei “Promessi Sposi” Renzo e Lucia alla fine si sposano, e vivono la loro vita. Ma per poterlo fare devono abbandonare il loro paese, rifugiarsi nella repubblica veneta, insomma: emigrare. Nel paese resta solo il pusillanime don Abbondio. Ecco: io voglio, e spero tutti noi vogliamo, che accada esattamente il contrario. Che gli scienziati e i ricercatori non debbano, come spesso accade, rifugiarsi all’estero per poter fare il loro lavoro, e che in Italia finiscano con il restare solo i don Abbondio, i don Rodrigo, gli azzeccagarbugli. Grazie.
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