Ispezione dei Nas al padiglione Gaggia

Ospedale civile, controllo dei carabinieri nel reparto di Oncologia: relazione sulle 27 camere e sul nodo della privacy

I carabinieri dei Nas al reparto di Oncologia dell’ospedale civile: ieri mattina, i militari del Nucleo antisofisticazioni si sono presentati al Padiglione Gaggia e vi sono rimasti fino al primo pomeriggio, prendendo nota dell’allestimento del reparto, della distribuzione dei letti, del trattamento dei malati e delle salme. Un sopralluogo ufficialmente «di routine», ma strettamente collegato alla denuncia fatta in Parlamento solo pochi giorni fa dalla deputata radicale Maria Antonietta Farina Coscioni che, annunciando un’interrogazione al ministro della Salzte, denunciava «pazienti deceduti lasciati nelle stesse stanze di quelli ancora vivi, mentre nel reparto manca perfino una doccia». Ai malati terminali, afferma Coscioni, «resta solo il diritto di essere assistiti con cure palliative. A Venezia – sottolinea – l’unica struttura è costituita dal Fatebenefratelli, con appena otto posti letto. Per tutti ci sono solo due possibilità, ovvero tornare a casa con l’assistenza domiciliare, oppure restare in reparto, in attesa della morte senza riparo e discrzzione». L’unica, reciproca protezione, denuncia l’esponente radicale, «è costituita da una tenda azzurra che però non copre nemmeno tutto il letto. E in quegli spazi, spesso sono costretti a convivere malati terminali e malati deceduti». In seguito alla denuncia parlamentare, anche l’assessore regionale alla Sanità Lucio Colezto ha annunciato interventi: «Farò una verifica al fine di provvedere a un intervento immediato».

A due giorni dalle segnalazioni, l’ispezione dei carabinieri dei Nas al reparto. Al momento, non sembrano essere emerse gravi irregolarità, in un reparto dove è la pesante situazione logistica a gravare sui pazienti, determinando un’effettiva carenza di privacy, proprio quando la malattia rende più fragili: stanze da tre letti divisi solo da separé anche nei momenti più drammatici della malattia, un bagno senza doccia (intervento sempre rimandato e ora promesso dalla direzione sanitaria), niente stanza del commiato (fino a qualche giorno fa) per dare un luogo riservato alla famiglia dopo la morte di un loro caro. Il reparto non è fatiscente in sé, ma certo manca di servizi adeguati in un padiglione per il quale non sono previsti interventi di adeguamento a breve. Nella loro relazione, i carabinieri dei Nas hanno fatto la descrizione dei 27 posti letto nelle stanze, ciò che accade in caso di decesso di un paziente che resta nella stanza insieme agli altri malati per 20 minuti, mentre tutto viene poi disinfettato – perlomeno quello che accade ora, che una «stanza salme» è stata velocemente individuata – dato conto del fatto che nel reparto viene praticata la terapia del dolore. «Non ci sono mai state segnalazioni gravi sul reparto», commenta il sindacalista Cgil Mirko Ferrarese, «ma certo l’attenzione per la privacy delle famiglie non è una priorità dell’Asl: dovrebbe esserci una stanza del commiato in ogni reparto, ma anche all’Angelo non ce n’è».

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