FECONDAZIONE: CONTO ALLA ROVESCIA PER PRONUNCIA CONSULTA SU ETEROLOGA
A sollevare la questione di incostituzionalita’ sulla norma sono “tre diverse ordinanze – ricostruisce per l’Adnkronos Salute l’avvocato del Foro di Firenze, Maria Paola Costantini – del Tribunale di Firenze, di Catania e di Milano. E ci sono tre ricorsi pendenti davanti al tribunale di Bologna, per cui si attende la pronuncia della Consulta. Le coppie hanno un problema di sterilita’ di uno dei partner, determinata da menopausa precoce (coppia di Catania) e da una malattia genetica maschile (coppie di Firenze e di Milano). Al centro della questione, dunque, ci sono diritti fondamentali come quello di decidere della propria esistenza e di costruire una famiglia. Nel processo si sono costituite le tre coppie e uno dei medici che ha dovuto” negare ai suoi pazienti la fecondazioneeterologa.
Alla luce di tutto questo, “le coppie chiedono che il legislatore sia vincolato all’osservanza dei principi costituzionali come quello di dignita’ della persona e della capacita’ di decidere sulla propria esistenza (articolo 2), il principio di uguaglianza (articolo 3), di tutela della salute (articolo 32) e gli articoli 29, 39 e 31 che disciplinano il matrimonio e la filiazione”.
“Il divieto di fecondazione eterologa – puntualizza Costantini, che difende due coppie, quella di Catania e quella di Milano – rischia di produrre una situazione di incertezza anche sanitaria per le coppie che sono costrette a migrare. La gran parte di queste si rivolge a centri in Europa dell’Est o in Grecia o altri Paesi extraeuropei che hanno costi piu’ bassi, creando un mercato delle donatrici e quindi producendo in questo modo una situazione di sfruttamento”.
“Secondo la Societa’ italiana di fertilita’ e sterilita’ e medicina della riproduzione, la Societa’ italiana ospedaliera sterilita’, Cecos Italia e la Societa’ italiana della riproduzione, la donazione dei gameti potrebbe essere effettuata in Italia con ogni garanzia”, spiega.
“Le questioni piu’ controverse legate alla pronuncia di martedi’ – prosegue il legale, vicesegretario regionale della Toscana di Cittadinanzattiva – sono legate a dubbi che sono stati anche oggetto della procedura davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, relativa al caso di una coppia austriaca: il formarsi di famiglie ‘anomale’, perche’ ci sarebbe un altro padre o un’altra madre che potrebbero reclamare il diritto sul bambino; il rischio di non rintracciare il donatore se dovesse emergere una problematica sanitaria e genetica; i rischi di mercificare e quindi sfruttare i donatori; le difficolta’ di donazione di seme o ovocita, non essendovi piu’ banche del seme o di gameti femminili e quindi il necessario reclutamento di donatrici e donatori; problemi di carattere psicologico del bambino nato; infine, il rischio di aprire alle coppie omosessuali, ai single o alle donne anziane.
“La difesa delle coppie – spiega Costantini – ritiene che non sussistano i rischi paventati: gia’ la legge 40 prevede che non nascano legami con il donatore biologico e circoscrive l’accesso alla fecondazione assistita alle coppie di maggiorenni, di sesso diverso e in eta’ fertile. Inoltre, la normativa sulla donazioni di organi applicata anche ai centri di Pma prevede la tracciabilita’ e quindi l’assoluta possibilita’ di rintracciare i donatori e avere tutte le informazioni necessarie per una eventuale cura”.
Ancora, “il rischio di mercificazione delle donne donatrici non sussisterebbe perche’ si puo’ introdurre una procedura di donazione da parte delle altre pazienti dei centri di Pma che possono dare i propri gameti non utilizzati, con il vantaggio che in tal modo non sussiste il problema del pagamento o del rimborso alle donatrici ne’ di donne costrette per motivi economici alla donazione. Quanto, infine, ai rischi psicologici, non sono affatto dimostrati e cio’ e’ comprovato da decine di ricerche condotte in tutti i Paesi europei e negli Stati Uniti, dove la donazione dei gameti viene effettuata ormai da decenni”, conclude il legale.
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