Eutanasia, Ratzinger. Farina Coscioni: basta con le condanne dogmatiche, i silenzi, le elusioni

Papa Joseph Ratzinger naturalmente è libero di esprimersi come crede e come sa sui temi dell’eutanasia, del fine vita, della sofferenza. Quello che il Pontefice e il Vaticano non possono invece fare è imporre le loro opinioni e operare perché diventino legge vincolante dello Stato.

Il Pontefice sostiene che l’eutanasia è una risposta sbagliata, che la vera risposta sarebbe costituita dall’amore che un ambiente esterno può dare al malato di affrontare il dolore e l’agonia in modo umano. Da laica, cittadina di un paese laico che vuol dare a Dio quel che è di Dio e a Cesare quello che è di Cesare, osservo che ancora una volta non si tiene in nessun conto della volontà del malato, che deve essere preminente a tutto: se una persona  ritiene insopportabile una sofferenza, causata da condizioni irreversibili e/o da malattia che la vedono impotente e che le rendono la vita non sostenibile, ha diritto alla tutela e al rispetto della sua volontà.

Ricordo Luca Coscioni, Piergiorgio Welby, Giovanni Nuvoli, Eluana Englaro, le migliaia di malati condannati a una sofferenza atroce, senza speranza di guarigione, e che letteralmente con i loro corpi hanno dato un messaggio preciso alla politica, finora colpevolmente disatteso.

Lo raccolse il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano quando in un suo pubblico intervento riconobbe che tra le sue responsabilità c’era quella di “ascoltare con la più grande attenzione quanti esprimano sentimenti e pongano problemi che non trovano risposta in decisioni del governo, del Parlamento, delle altre autorità cui esse competono”, e raccoglieva  il messaggio di tragica sofferenza con sincera comprensione e solidarietà. Esso può rappresentare un’occasione di non frettolosa riflessione su situazioni e temi, di particolare complessità sul piano etico, che richiedono un confronto sensibile e approfondito, qualunque possa essere in definitiva la conclusione approvata dai più”.

L’unica cosa ingiustificabile, disse Napolitano, “era il silenzio, la sospensione o l’elusione di ogni responsabile chiarimento”. Esattamente quello che le forze politiche hanno invece finora fatto. Un silenzio ed elusioni colpevoli che cercheremo, come radicali, di contrastare in ogni modo, chiedendo la calendarizzazione delle proposte di legge che già abbiamo depositato in Parlamento; respingendo le ingerenze vaticane; chiedendo ancora una volta una indagine conoscitiva sul fenomeno dell’eutanasia clandestina e di massa nel paese”.

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