BARANI NON HA CAPITO CHE IL NOSTRO SCIOPERO DELLA FAME NON E’ UNA INIZIATIVA ANTIGOVERNATIVA

“Vorrei tranquillizzare il collega Barani sull’uso strumentale antigovernativo che mi attribuisce: evidentemente non si è accorto che questa battaglia la conduciamo da anni a prescindere da chi è al Governo. E continuiamo a farlo perché i malati di Sla e le loro famiglie continuano a non ricevere risposte.

E se adesso sono in sciopero della fame è perché ho aderito allo sciopero della fame di tre malati di Sla – Salvatore Usala, Giorgio Pinna e Mauro Serra – perché nelle loro parole, nelle loro richieste, ho ritrovato le nostre parole, le nostre richieste e una buona parte della mia vita.
Il titolo V della Costituzione, che conosciamo bene, non ha nulla a che fare con l’iniziativa delle oltre 256 persone che hanno aderito all’iniziativa nonviolenta. C’è il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) sui nuovi livelli essenziali di assistenza (LEA) che è da un anno e mezzo al vaglio delle Autorità di governo centrali e regionali per gli aspetti economici-finanziari. Il nomenclatore degli ausili è aggiornato al 1999, quando le macchine per parlare con gli occhi erano ancora dei prototipi costosissimi.
La verità è che se un malato di SLA viene  ricoverato in terapia intensiva  costa mediamente 1.740 euro al giorno e lo Stato non ha problemi a pagare. Se però il malato chiede di essere assistito in famiglia al costo di 240 euro al giorno allora i soldi non ci sono.”

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