Un´ interrogazione sul “caso Garattini-Aifa”, rivolta al ministero del Welfare, è stata presentata ieri da sei deputati del Pd.

Nuovi sviluppi sul ´caso Garattini-Aifa´, che vede il direttore generale, Guido Rasi, critico nei confronti di alcuni dettagli della passata gestione dell´agenzia, guidata per anni da Nello Martini. Un´interrogazione sul ´caso Garattini-Aifa´, rivolta al ministero del Welfare, è stata presentata ieri da sei deputati del Pd. Prima firmataria Maria Antonietta Farina Coscioni che, insieme a Maurizio Turco, Marco Beltrandi, Rita Bernandini, Matteo Mecacci ed Elisabetta Zamparutti, chiede in praticaal ministro Maurizio Sacconi di chiarire la vicenda, accertare la fondatezza delle dichiarazioni di Rasi ed eventualmente di intervenire. “Da notizie diffuse dal Corriere della Sera e successivamente riprese da agenzie di stampa, risulta – ricordano i deputati del Pd – che il direttore generale dell´Agenzia italiana del farmaco, Guido Rasi, avrebbe tra l´altro affermato che l´Agenzia, durante la passata gestione guidata da Nello Martini, ´ha elargito circa 78 milioni di euro in 3 anni, ma non vi sono stati rapporti sugli studi finanziati. La commissione che sceglie i progetti è presieduta da Silvio Garattini, direttore dell´Istituto Mario Negri. E circa il 20% dei fondi è andato al Mario Negri, tra Milano, Bergamo e il Sud´”. Inoltre “una inchiesta – prosegue l´interrogazione – che vede coinvolto Martini, aperta dal procuratore di Torino Raffaele Guariniello nel gennaio 2006, è poi approdata a Roma. E proprio i filoni romani sono ormai conclusi, tanto che i primi di luglio il faldone corruzione sarà dal Gip e, sempre a luglio, vi sarà la prima udienza davanti al Gup per disastro colposo”. Parlando ancora della ´gestione Martini´, “Rasi cita poi alcuni numeri – si legge nell´interrogazione – come quello dei ritardi con cui l´Aifa avrebbe autorizzato all´immissione in commercio i farmaci; e riferisce – a titolo di esempio – che prima del suo arrivo i tempi per l´approvazione dei generici toccavano i 481 giorni di media contro i 210 previsti dalla direttiva europea”. Tempi “ingiustificabili”, secondo il direttore generale. “Ma forse i controlli erano più severi?”, si chiedono i firmatari. Non è questo il motivo: “in generale – spiega Rasi sulla stampa – dopo tempi più lunghi in tutti i settori, si bocciava solo il 5% delle varie richieste, mentre l´Emea ne bocciava il 33%”. “Immediata è stata la replica del direttore dell´Istituto Mario Negri: Silvio Garattini si è dichiarato ´sorpreso e meravigliato´ per le dichiarazioni attribuite a Rasi. Garattini precisa – scrivono i deputati Pd, ricostruendo la vicenda e riprendendo le dichiarazioni del farmacologo – che la commissione Ricerca e sviluppo che presiede all´Aifa ´ha il compito di organizzare bandi di concorso e di valutaresolo la chiarezza e la pertinenza dei progetti presentati in forma preliminare rispetto alle tematiche a concorso. Arrivano centinaia di lettere d´intenzione e in questa fase io ho rinunciato al diritto di voto´”. Secondo Garattini, “si adotta, in sostanza, il metodo della peer-review, che viene internazionalmente riconosciuto come lo standard migliore, tanto che Rasi, entrando all´Aifa, non l´ha modificato”. E inoltre, “in ogni caso sono stati molti i progetti del Mario Negri che sono stati bocciati, come molti sono stati quelli accettati”. A questo punto i firmatari chiedono “quali siano gli interventi del ministro in ordine alle affermazioni rese dal direttoregenerale dell´Aifa Rasi e del professor Garattini; se non si ritenga comunque di dover accertare la fondatezza delle affermazioni rese dal direttore generale dell´Aifa Guido Rasi. E, nel caso dette affermazioni dovessero risultare fondate e corrispondenti al vero – concludono i deputati – quali iniziative si intendano assumere o promuovere” in merito.

 

21 maggio 2009

http://www.dossiermedicina.it/notizie/?id=642

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