LA “CONFUSIONE” DEL GOVERNO A PROPOSITO DEI COSIDDETTI PROTOCOLLI DI SPERIMENTAZIONE DELLA CURA DEI MALATI DI SCLEROSI MULTIPLA
“Con una interpellanza urgente sottoscritta da una trentina di colleghi di vari gruppi parlamentari, ho chiesto al ministro della Salute di sapere quanti siano, e dove si svolgano, i cosiddetti trial clinici in corso a proposito della terapia Zamboni per i malati di sclerosi multipla, la loro efficacia, e quale ne sia l’onere finanziario.
La risposta che ha dato oggi il ministero attraverso la sottosegretaria Francesca Martini è assolutamente deludente. Abbiamo constatato una assoluta confusione, dal momento che ci è stato comunicato che protocolli di sperimentazione avvengono a Pavia e a Milano, presso istituti clinici. Ma sono stati avviati anche dalle regioni Emilia Romagna e Lazio. Si vorrebbe sapere se queste ricerche sono tra loro connesse, se le sperimentazioni si svolgono sulla stessa base, sulla base degli stessi criteri, con una unitaria valutazione. A nessuno di questi interrogativi è stata data risposta.
In sostanza quello che ci è stato detto è che quando, da qualche parte nel mondo risulterà che questa sperimentazione risulterà efficace, allora anche l’Italia darà il via. Ma qui si tratta di autorizzare la sperimentazione, non di limitarsi a registrare un evento in modo burocratico e notarile. Questo in contraddizione con quanto precedentemente dichiarato dallo stesso ministro della Salute Fazio che ci aveva comunicato come «la ricerca in questione, sia considerata molto promettente, è tuttavia in una fase iniziale”, e che occorre effettuare ulteriori studi.
Non è mia intenzione alimentare false speranze nei malati e nelle loro famiglie, ma continuerò a pungolare il Governo e il ministero della Salute: è necessario avere un quadro, il più aderente possibile alla realtà su quanto sta accadendo: ritengo infatti sia utile, opportuno e necessario assicurare il massimo sostegno possibile alla conoscenza di queste ricerche e di queste sperimentazioni, nello spirito e nel solco di una tradizione, quella dell’associazione Luca Coscioni di cui sono co-presidente: quello della libertà di ricerca, di conoscenza da effettuare laicamente con spirito critico e mente aperta”.
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