Scienza e politica, benvenuti nell’era dell’Acquario


“Be’, credo che l’era dell’Acquario sia arrivata. Non come me l’aspettavo da ragazzino. Non come era di pace, amore e libertà, ma come tempo del ritorno dell’irrazionalità di massa, di spiritualità mal digerite, di ambientalismo come dogma, di pensiero antiscientifico, con tratti di intolleranza che puzzano di fascismo. Benvenuti nell’era dell’Acquario, di sogni e visioni, di cristalline rivelazioni, di Giuliani, Scilipoti e Vannoni”.

Nell’era dell’Acquario, in cui sembriamo essere sprofondati, la Camera dei Deputati approva all’unanimità una mozione che impegna il nostro paese a bandire la coltivazione di colture geneticamente modificate, e lo fa su presupposti scientificamente fasulli. Scorrendo il testo, oltre alle solite farneticazioni su tipicità, biodiversità e funzione anticiclica del comparto agroalimentare nazionale, si fa riferimento ad uno studio, quello di Gilles-Eric Séralini, che è stato ripudiato dalla comunità scientifica sia per i risultati che per le gravi approssimazioni metodologiche. Al capoverso precedente, una affermazione palesemente falsa (e infatti non documentata): “una vasta parte della comunità scientifica continua ad esprimere forti e rinnovate perplessità rispetto all’impiego di tecnologie transgeniche in agricoltura”.
Con una maggioranza altrettanto bulgara, alcune settimane prima, il Senato aveva approvato il decreto del Ministro della Sanità Balduzzi che autorizzava, in barba ad ogni protocollo scientifico e ad ogni regola di buon senso, la sperimentazione del cosiddetto metodo Vannoni in alcune strutture del Servizio Sanitario Nazionale.

Nell’era dell’Acquario non c’è spazio per la responsabilità, e non c’è tempo per documentarsi. Nell’era dell’Acquario volere è potere, soprattutto quando a volere qualcosa è la pancia e non la testa, e l’arbitrio si sostituisce al diritto. Vale per Vannoni, vale per la politica sulle biotecnologie applicate all’agricoltura, di fatto tracciata da gente del calibro di Scilipoti e Zaccagnini (e controfirmata, duole davvero constatarlo, da persone come Enrico Zanetti, Irene Tinagli e Ilaria Capua, che a certe ubriacature avremmo creduto immuni). Nell’era dell’Acquario contano i sondaggi e conta l’audience, per cui si può essere tranquillamente analfabeti e felici. Quanto valgono, nell’era dell’Acquario, gli editoriali di Nature, e quanto invece i servizi delle Iene? La risposta è servita dai numeri con i quali è stato approvato al Senato il decreto Balduzzi su Stamina: 279 a 0 per le Iene.

Nell’era dell’Acquario anche le convinzioni filosofiche devono nutrire la pancia, non la testa, e per questo si riducono a luoghi comuni da confezione del Mulino Bianco e ad aforismi da Baci Perugina. Chiedere a Susanna Tamaro, che rimpiange le infestanti nei campi di frumento, e il tempo in cui non avevamo una dotazione tecnologica sufficiente a contrastarle efficacemente, o consultare le leggendarie supercazzole di Michele Serra sull’industria agroalimentare. Perché nell’era dell’Acquario si deve ritornare alla Terra, passando non dalla strada della competenza e dell’innovazione ma dal set de “La Fattoria”: ne sa qualcosa il ministro De Girolamo, che nello stesso giorno in cui firmava il decreto col quale recepiva la mozione approvata alla camera, pensava bene di farsi fotografare, con grande sprezzo del ridicolo, mascherata da contadinella con tanto di forcone, vacche ed eye-liner. Titolo del servizio (su Chi): “ragazzi, quant’è figo fare il contadino”. Perché un’altra regola d’oro dell’era dell’Acquario è che non si rischia mai di fare figure di palta.

Ma nell’era dell’Acquario le convinzioni etiche e filosofiche, anche nella loro versione più caricaturale, non vengono sostenute da argomentazioni, per l’appunto, etiche o filosofiche, ma attraverso la sistematica ed intellettualmente disonesta distorsione dei dati e delle evidenze scientifiche. Per questo anche Susanna Tamaro sente il bisogno di riferirsi a studi e ricerche inesistenti sulle api o sulla sterilità dei semi OGM per giustificare la sua avversione al progresso tecnologico, per questo la mozione approvata alla Camera fa riferimento alle “perplessità” di una “vasta parte della comunità scientifica”, perplessità delle quali nessuno ha mai avuto notizia. Nell’era dell’Acquario, finalmente, la fantasia è al potere, e più che la realtà contano le sue rappresentazioni, soprattutto le più dozzinali.

Nell’era dell’Acquario potrebbe, effettivamente, esserci poco spazio per noi, che per tutto questo proviamo nausea e profondo disgusto, e che ci ostiniamo a farci illuminare il cammino dai noiosi numeri, dalla logica, dalla razionalità e dal metodo scientifico. Strade, la rivista mensile che lanceremo dopo l’estate e della quale vi abbiamo già dato notizia, ci sarà anche per questo: per tentare, a modo nostro, di cercare una via d’uscita dall’era dell’Acquario. Let the sunshine in.

Articolo di: Giordano Masini

Fonte: http://www.libertiamo.it/2013/07/15/scienza-e-politica-benvenuti-nellera-dellacquario/

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