La deputata radicale Coscioni fa sciopero della fame e annuncia interrogazione

Il 6 novembre scorso, afferma Farina Coscioni, «alcuni malati di SLA sardi hanno intrapreso uno sciopero della fame, denunciando di essere costretti a vivere in una situazione al limite della disperazione, senza aiuti economici adeguati e l’assistenza di cui hanno pur diritto. Il giorno successivo mi sono recata a Cagliari, in visita di solidarietà e sostegno a uno di questi malati in lotta. Ho così intrapreso uno sciopero della fame, sostenuta da quasi 400 cittadini; una lotta non-violenta e gandhiana».

Tra gli obiettivi della protesta, precisa la deputata radicale, «rendere noto l’effettivo utilizzo dei finanziamenti stanziati nel 2007 e nel 2008 per i “comunicatori” di nuova generazione che consentono ai soggetti con gravi patologie e con compromissione della facoltà di parlare di interagire con il mondo esterno; rendere effettiva l’approvazione della nuova versione dell’assistenza protesica del nuovo Nomenclatore, in modo che sia garantita la fornitura adeguata ad ogni persona con disabilità; adottare le linee guida cui le regioni si conformano nell’assicurare un’assistenza domiciliare adeguata per i malati di sclerosi laterale amiotrofica».

Fazio, afferma inoltre Farina Coscioni, «aveva assicurato che la questione del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sui nuovi LEA (Livelli essenziali di assistenza) era già approdata in sede di Conferenza Stato-Regioni. Non è vero. Il Vice Ministro Fazio in Consulta ha dichiarato: «Siamo molto vicini, all’invio dei LEA alla Conferenza Stato-Regionì. Quindi – prosegue – il contrario di quanto scritto il 20 ottobre». Il Ministero, insomma, denuncia, «ha ammesso di non aver fatto nulla, e ha promesso di investire la Conferenza Stato e Regioni nei prossimi giorni».

La deputata radicale ha anche reso noto che domani depositerà un’interrogazione parlamentare in merito ad un nuovo caso verificatosi a Brindisi, dove, afferma, «non viene riconosciuta, pretestuosamente, la volontà di una donna, ammalata di SLA, chiamata a decidere se continuare a vivere grazie a un intervento di tracheotomia oppure rinunciare, e accelerare così la fine delle sue sofferenze».

Fonte: la Gazzetta del Mezzogiorno

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