INTOLLERABILI E AL LIMITE DELLA LEGALITA’ PER TECNICI E OPERATORI DELL’”ISOLA DEI FAMOSI”?

Operatori e tecnici impegnati nelle riprese della trasmissione “Isola dei Famosi” denunciano quelle che definiscono “incredibili e intollerabili condizioni di lavoro, al limite della legalità”; lamentano in particolare scarsità di acqua potabile, cibo è razionato, di essere costretti spesso a dormire in tende e  sacchi a pelo che non sarebbero sufficienti per tutti i lavoratori; latrine di fortuna, appena quattro per oltre cinquanta persone, il tutto in una zona infestata da zanzare e insetti; gli spostamenti in barca sarebbero pericolosi e spesso i lavoratori sarebbero ricoverati in infermeria per le scosse e le ondate. Ed è così che si deve vivere per quattro mesi, lontano da casa, per 120 euro lordi al giorno…”.

E’ un quadro fosco e inquietante, quello tracciato dai lavoratori impiegati nelle riprese dell’ “Isola dei Famosi”, al punto che in una sua nota la SLC-CGIL Roma e Lazio sostiene come “sia incredibile che il servizio pubblico tolleri che si realizzi una delle trasmissioni di punta del suo palinsesto, speculando sul lavoro di tecnici ed operatori”.

Occorre fare chiarezza e per questo ho presentato un’interrogazione urgente al ministro del Lavoro, perché si accerti se quanto denunciato dai tecnici e dai tecnici degli appalti sia fondato o meno; in caso affermativo si determinerebbe una situazione inaccettabile, da sanare immediatamente; è necessario inoltre, avviare un’inchiesta per accertare eventuali comportamenti dolosi e colposi. In ogni caso il persistente silenzio dei vertici di Viale Mazzini non è tollerabile.

 

Segue interrogazione

 

Al ministro del Lavoro,

per sapere se sia a conoscenza del fatto che i dipendenti degli appalti televisivi, operatori e tecnici, impegnati nella trasmissione “Isola dei famosi” in onda sulla seconda rete della RAI denunciano incredibili e intollerabili condizioni di lavoro, definite al limite della legalità cui sarebbero costretti;

che in una nota della SLC-CGIL Roma e Lazio si sostiene come “sia incredibile che il servizio pubblico tolleri che si realizzi una delle trasmissioni di punta del suo palinsesto, speculando sul lavoro di tecnici ed operatori”;

che secondo quanto riferito in un dettagliato articolo pubblicato dal settimanale “l’Espresso” che raccoglie accuse e sfoghi dei componenti delle troupe che seguono i “naufraghi” «L’acqua potabile è scarsa, il cibo è razionato, si dorme spesso nelle tende e i sacchi a pelo non bastano per tutti. Meglio non parlare dei bagni, o meglio delle latrine di fortuna: sono solo quattro per 54 persone. La zona è paludosa e non ci sono zanzariere. Gli spostamenti in barca sono pericolosi e spesso si finisce in infermeria per le scosse e le ondate. Ed è così che si deve vivere per quattro mesi, lontano da casa, per 120 euro lordi al giorno»;

che i dipendenti degli appalti televisivi hanno indetto per la giornata dell’8 aprile 2010 una manifestazione davanti alla sede RAI di viale Mazzini a Roma, appunto per denunciare le condizioni di lavoro cui sono costretti;

quali iniziative si intendono promuovere, adottare e comunque sollecitare per accertare la fondatezza o meno di quanto denunciato dai lavoratori;

in caso le notizie dovessero risultare fondate, quali iniziative, nell’ambito delle proprie prerogative, si intendono adottare.

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