Influenza A/H1N1, allarme nelle carceri

Avevo portato Aspirina e Tachipirina, in seguito alla notizia avuta 2 giorni prima della partenza della morte in ospedale di un Italiano che era rientrato proprio dall’India. Interpellato un amico dottore dell’A.S.L. di Piacenza mi consigliava queste medicine e di fargli magiare della frutta a base di vitamine C.

Oggi i TG davano notizia di altre morti in Italia tra cui un detenuto del carcere di Napoli. Ed è allarme proprio per le carceri dove più è alto il pericolo di contrarre il Virus A/H1N1 e la sua diffusione per le cattive condizioni igienico-sanitarie, il sovraffollamento e altre gravi malattie dei detenuti. Già nei giorni scorsi l’allarme era stato lanciato dal Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni, vice-presidente della Conferenza Nazionale dei Garanti dei detenuti, dopo i sopralluoghi dei suoi collaboratori in alcune carceri del Lazio appunto, affinchè le Autorità competenti adottino e promuovano iniziative adeguate e urgenti. Allarme ripreso opportunamente dalla Deputata Radicale Maria Antonietta Farina Coscioni, la quale dichiarava: Esiste un concreto rischio che le carceri italiane siano fra i primi luoghi dove il virus A/H1N1 possa attecchire e diffondersi nella sua forma peggiore; le carceri italiane – dove sono recluse oltre 64mila persone, il 35 per cento dei quali stranieri, e il 30 per cento circa tossicodipendenti – già ora registra un indice di salute che gli esperti definiscono “medio-grave” con una percentuale di circa sei persone su dieci malate; e si registra in particolare una elevata diffusione di malattie gravi come tubercolosi, epatiti B e C, diabete e Hiv, problemi cardiocircolatori e polmonari.
Dato che gli appelli erano rimasti inascoltati presentava una Interrogazione Parlamentare ai Ministri Lavoro, Salute, Politiche Sociali e della Giustizia, rimarcando che c’è il rischio concreto che le carceri Italiane siano fra i primi luoghi dove il virus A/H1N1 possa attecchire e diffondersi nella sua forma peggiore e che tra i circa 64.000 detenuti oltre il 35% di loro sono stranieri.
Le stesse cose che avevo annunciato, ma viene da se ragionare sul fatto che, se questi rischi sono alti in Italia figuriamoci in quei paesi esteri dove sono detenuti i nostri concittadini, mi viene da ricordare quando Angelo e Simone, dopo poco il loro arresto hanno contratto l’Epatite e ricoverati in Ospedale hanno preferito ritornare in celle per non incorrere in ulteriori e gravi conseguenza dato le pessime condizioni igienico-sanitarie. Ma ancora oggi dopo 2 anni mezzo detenzione, Angelo e Simone occupano una cella di 6 mq, con all’interno una turca per i bisogni fisiologici, dormono per terra e mangiano solo riso e lenticchie che sicuro non è l’alimntazione giusta che dovrebbe essere a base di alimenti contenenti vitamina C e un vivere in ambienti sani e salubre. Speriamo che al più presto il Parlamento prenda coscenza di quanto da me denunciato, approvi una iniziativa concreta e faccia arrivare i vaccini necessari ai Consolati che provvederanno a far vaccinare i nostri cittadini, che sono un numero esiguo rispetto ai circa 26.000 detenuti stranieri nelle nostre carceri.
Ma mi viene anche da pensare a quanto scrive nei suoi articolo l’amico Max Bono dal Brasile (ma ce ne sono purtroppo anche in altre parti del mondo) e cioè a quei nostri concittadini indigenti costretti a vivere nelle Favelas senza le garanzie sanitarie dato che lì la Sanità non è carico dello Stato. Prego il Signore che voglia proteggere tutte queste persone e che parLi al cuore degli operatori Religiosi affinchè anche loro si adoperino per alleviare tale mancanze e sofferenze.
P.S. proprio mentre scrivo la radio dà notizia di un altro decesso a Napoli, si tratta di un dottore 73enne.

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