FARINA COSCIONI (ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI): CHIEDO DI POTER ANDARE A “VIENI VIA CON ME” PER LO SCHIERAMENTO “PER LA VITA E LA LIBERA SCELTA”

“Siamo alla fiera dell’ipocrisia e delle vanità che arriva a lottare per accaparsi soldi pubblici per associazioni private. Beninteso: in nome dei malati.

Non già per consentire a tutti – ripeto tutti – i malati e i disabili pari opportunità nell’ ottenere cura ed assistenza, ausili, per migliorare la qualità della vita dal momento della diagnosi al momento della morte consentendo loro di scegliere.

Questa è una differenza che voglio sia conosciuta. Perché uscisse fuori la verità sulla mancata approvazione da parte del Governo dei Nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e l’aggiornamento del Nomenclatore degli ausili e delle protesi ho dovuto digiunare e a lungo. Una lotta, elusa, ignorata. Forse perché non chiedevo e non chiedo nulla per me, per noi radicali, per le associazioni ma perché ponevo il problema del diritto del malato ad avere gli strumenti adeguati per decidere.

Chiediamo che siano assicurati con i Nuovi Lea  i fondi necessari per assicurare la qualità della vita del malato e del disabile e che siano accreditati a questi ultimi senza mediazioni e condizioni. Sottrarre ad esempio milioni di euro dalle mani del malato per trasferirli sulla scrivania di una associazione non è a mio avviso una procedura difendibile tanto meno ascrivibile al campo del sostegno e della assistenza alla persona disabile.

Sia il malato e il disabile, o altri da lui delegati,  in caso di sua impossibilità, a decidere dove e come vuole vivere la malattia in ospedale o a casa nel caso ciò sia possibile. Il malato deve essere informato ed avere i mezzi adeguati per scegliere: nulla di più e nulla di meno.

Non si capisce perché chi vuole obbligarli a fare una scelta sia acriticamente onorato del titolo di essere “per la vita” e chi li vuole liberi di scegliere sia altrettanto acriticamente disonorato di essere “contro la vita” se non “per la morte”.

Appena si è parlato di temi cancellati dal dibattito pubblico coloro che da sempre occupano indebitamente  quello spazio si sono sentiti defraudati del potere assoluto di condizionamento dei cittadini.

Non è un caso che in dieci milioni sono rimasti attaccati al televisore: erano interessati ad ascoltare cose mai ascoltate.”

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