DIECI “RICORDO” PER LA VICEPRESIDENTE DELLA CAMERA

Roma 14 ottobre 2011

” Siamo, evidentemente, in pieno delirio di onnipotenza. La collega Rosy Bindi in queste ore è molto impegnata nella sua personale campagna antiradicale e somiglia davvero a alla ranocchia della favola che a forza di gonfiarsi alla fine esplode.

Ricordo che in poche ore, la collega Bindi è stata capace di sostenere che i radicali hanno umiliato lei e il PD; che sono fuori dal PD, e che comunque dal PD vanno cacciati; che è stato un errore candidare i radicali nelle liste del PD.

Ricordo alla collega Bindi che sono stati i radicali organizzati nelle liste della Rosa nel Pugno a conquistare l’unica vittoria elettorale di questi anni, e che sono stati i voti dei radicali a consentire la sconfitta di Berlusconi.

Ricordo che i radicali si sono sempre comportati con grande coerenza, a differenza di altri alleati preferiti dal PD come l’Italia dei Valori di DI PIETRO.

Ricordo che è stato il PD a umiliarci, imponendo l’esclusione di Pannella e D’Elia dalle liste, nel tentativo di far terra completamente bruciata, e sperando che i radicali seguissero l’esempio di socialisti, rifondazione comunista e verdi. Ed è sempre stato il PD a escludere l’elezione di radicali al Parlamento Europeo.

Ricordo che il PD, reduce da una disastrosa campagna elettorale a Roma, ha regalato il Municipio al candidato del centro-destra, e ha poi, grazie ad Emma Bonino, riconquistato le sue posizioni nella capitale; che Emma Bonino è stata sconfitta nel resto della regione Lazio solo perché è stato il PD a fare la campagna che ha fatto, cioè la non-campagna a favore di Emma Bonino.

Ricordo alla collega Bindi che noi radicali mai abbiamo fatto uso di manovre ricattatorie alla ricerca di consenso, il nostro dire e fare è alla luce del sole.

Ricordo alla collega Bindi che non i radicali, ma la sua “corrente” ha di fatto sfiduciato il direttivo del Gruppo Pd, costringendolo a rivedere la posizione precedentemente assunta su un disegno di legge quale quello della delega al governo in materia di sperimentazione clinica e per la riforma degli ordini delle professioni sanitarie.

Ricordo che il direttivo aveva deciso di votare contro, ed è stata la collega Bindi e i parlamentari a lei associati, a imporre la convocazione di una riunione lampo dell’assemblea del gruppo, imponendo che il voto originariamente contrario si trasformasse in voto di astensione.

Ricordo alla collega Bindi che lei, per quanto autorevole esponente, non può credere e pensare di rappresentare tutto il PD, le sue opinioni dunque non sono diktat ai quali tutti hanno l’obbligo di sottostare.

Ricordo questo alla collega Bindi; e non posso esimermi dal sottolineare e dal rilevare che ancora una volta Bindi – col suo forbito eloquio , mutuato da monsignor Della Casa – e i “bindiani” danno corpo ed espressione a una singolarissima, ma non sorprendente concezione della democrazia che piu’ propriamente si dovrebbe chiamare oligarchia. Se questo e’ – e questo e’- si tratta comunque di una stanca, logora, perdente lamentazione da prefica. Se ne faccia una ragione se qualcuno, come i radicali, non ci sta.

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