Caso Aser, sei parlamentari del Pd interrogano Tremonti

La lettera inviata dal sindaco al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sfocia in Parlamento. Sei deputati del Pd presentano un’interrogazione al ministro delle finanze Tremonti. Per Rita Bernardini, esponente del Partito Democratico dell’ala radicale, è la seconda interrogazione su A.ser. La prima, indirizzata sempre a Tremonti, è del 3 luglio 2008. Il deputato del Pd ha presentato ben 5 solleciti scritti, ma ancora non ha ricevuto risposta. Questa volta, il numero dei deputati aumenta. Sei onorevoli vogliono avere spiegazioni sull’A.ser e sui ritardi nei versamenti, che l’amministrazione comunale stima in circa 20 milioni di euro. E partono dall’ultima azione intrapresa da D’Alessio: la lettera indirizzata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nella lettera in sindaco denuncia l’attuale situazione su A.ser, sui ritardi nei versamenti, sull’entità dell’importo. Denuncia la situazione delle casse comunali in profondo rosso e a rischio dissesto. D’Alessio chiede a Napolitano un sostegno morale ed istituzionale, ma è chiaro l’invito a premere sugli enti quali magistratura e Parlamento per risolvere questa situazione. Mentre la lettera è al vaglio di un ufficio del Quirinale che sta analizzando gli atti e ha aperto un’indagine, i cinque deputati del Pd rigirano il caso al ministro delle finanze. Sono Rita Bernardini, Marco Beltrandi, Maria Antonietta Coscioni Farina, Matteo Mecacci, Maurizio Turco ed Elisabetta Zamparutti. Nel’interrogazione che cita fatti e avvenimenti, si fa un percorso dell’attuale situazione partendo dalla lettera del sindaco di Aprilia al presidente della Repubblica e poi in generale un focus sul socio privato di A.ser la Tributi Italia. Le domande rivolte sono chiare e richiedono un intervento di natura legislativa. Per i quattro deputati servirebbe una legge volta a fissare un limite massimo per l’aggio, ossia la percentuale per il servizio di riscossione dei tributi comunali, garanzia che le somme riscosse vadano celermente nelle casse comunali e limitazione nella durata dei contratti. L’interrogazione non si ferma solo alla situazione A.ser. Prende di mira la gestione finanziaria del Comune di Aprilia e invoca, nel caso non ci fossero state, delle indagini ispettive da parte del Ministero delle Finanze «al fine di verificare –si legge- il rispetto del patto di stabilità da parte delle amministrazioni comunali di Aprilia che si sono succedute nel tempo» oppure se ci sono state «se abbiano ravvisato un’ipotesi di danno erariale trasmettendo i relativi referti ispettivi alla procura regionale della Corte dei Conti». L’interrogazione prende di mira anche la commissione istituita presso il Ministero che ha il compito di vigilare sulle attività delle società di riscossione: «appare singolare che abbia fra i suoi membri le associazioni di settore, come l’Anacap, il cui operato dovrebbe essere vigilato, con il rischio di ingenerare un vero e proprio conflitto di interessi». Chiede, quindi, di sapere proprio su questo riguardo: «quali siano le risultanze dell’attività della commissione ministeriale e se, alla luce delle considerazioni riportate, non si ritenga opportuno rivedere la composizione della sopra citata commissione». L’intento di D’Alessio è riuscito perfettamente, almeno quello di dare una scossa alle istituzioni per risolvere la vicenda di Aprilia. Per il momento però, i soldi nelle casse non arrivano. Le compagnie di assicurazione non sborsano un centesimo perché la Tributi Italia e l’A.ser vantano un credito di circa 20 milioni di euro per il lodo arbitrale che ha condannato il Comune di Aprilia per la guerra del servizio di riscossione dei tributi avviata sotto la giunta Meddi. Si va avanti con le entrate dirette e i versamenti dallo Stato ma il collo di bottiglia è per ora solo rimandato e l’assessore alle finanze Chiusolo già ha anticipato: «a Natale ci arriviamo, dopo non sappiamo».

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