21 giugno, il giorno di Luca

La sera tra il 20 e il 21 giugno di undici anni fa, le ceneri di Luca Coscioni sono state disperse in mare, al largo di Porto Santo Stefano, così come lui aveva espressamente chiesto.

Cerimonia laica e di profondo senso religioso: il suo legame con il mare, il vento, ma anche la ricerca di libertà un corpo fragile, sofferente, una volontà forte e irriducibile. Le sue parole sono un manifesto di vita:

“Ho perduto il bene più prezioso: la libertà personale. Ecco, è proprio il vento a mancarmi. Del resto, la mia mente era già vela verso l’altra gente. La malattia mi ha sottratto il vento e la corrente magica, che scorre tra Punta Lividonia e Giglio Porto…”.

21 giugno:

il giorno della trasformazione, della rinascita; dell’energia che il singolo restituisce al tutto.

Il giorno in cui, per tutti i popoli di ogni tempo, il Sole si sposa con la Luna.

Il giorno che propizia i raccolti, e guarisce dai mali.

Il giorno che allontana la cattiva sorte, e i malefici.

Il giorno per la raccolta dell’iperico, e di altre buone erbe.

Il giorno di inizio di nuove stagioni, momento magico, dove tutto è investito da particolare forza e potere.

Il giorno delle “porte”: quella degli uomini, che si incontra con quella divina.

Il giorno del trionfo della luce.

Il giorno della “Luce della riva”: e i confini di mare e terra si uniscono.

Il giorno dove realtà e sogno si fondono.

Il giorno della condivisione, dell’essere.

Il giorno in cui Luca si immerge per sempre nel suo amato mare, e ne risorge, e sconfigge dolore e malattia.

Il giorno di Luca.

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